Il ministro degli interni e vice premier ha rilasciato alcune dichiarazioni discutibili. Grazie a Mertens e Maradona la "pillola" è stata addolcita
La vicenda relativa ai cori razzisti urlati contro Kalidou Koulibaly non si è placata nonostante siano passati alcuni giorni e il Napoli abbia giocato un altro match, vittorioso in casa contro il Bologna. A rafforzare la polemica ci sono stati i gravi incidenti del dopo partita tra l’Inter e gli azzurri giocata nel Boxing Day di Santo Stefano. Ecco alcune delle reazioni, un paio davvero memorabili altre molto meno, che ci sono state dopo la vittoria della squadra partenopea contro quella emiliana.
MERTENS – Dopo il gol decisivo contro il Bologna che oltre a diventare il 3 a 2 è valso anche la vittoria e i 3 punti per il Napoli, Mertens ha reso omaggio al compagno di squadra squalificato e vittima dei cori razzisti. Dopo la marcatura l’attaccante belga ha urlato nella telecamera di bordo campo “Kalidou Koulibaly“.
SALVINI – Ecco le affermazioni del leader della Lega rilasciate alla Gazzetta dello Sport: “Lo ribadisco: tolleranza zero con i delinquenti, ma sono nettamente contrario alla chiusura degli stadi o di alcuni settori. E non mi convincono neppure i divieti alle trasferte. La responsabilità è sempre personale: non concepisco l’idea di punire tutti gli appassionati, senza distinzioni. Anche perché i violenti sono una sparuta minoranza. Il mio impegno è portare legalità e rispetto, con la speranza di riempire le tribune e non di svuotarle. Mi piace immaginare gli spalti zeppi di famiglie e bambini, magari già a partire dalle prossime partite che prevedono San Siro a porte chiuse: Regione Lombardia ne sta parlando con il presidente del Csi di Milano. Sarebbe un bel segnale. I problemi non si risolvono solo con la forza, quando è possibile: è meglio dialogare e inchiodare tutti alle proprie responsabilità. Mi metto in ascolto, come già fatto a novembre per affrontare l’allarme delle violenze contro gli arbitri nei campionati dilettantistici e giovanili. Sono ministro ma anche tifoso: ho girato per gli stadi di mezza Italia, per questo sono sorpreso da chi chiacchiera senza aver mai messo piede in una curva. Leggo con attenzione anche la posizione della Uefa, ovviamente, anche se non la condivido. Ha criticato «la gestione dell’emergenza vissuta durante Inter-Napoli», per usare le parole della Gazzetta di ieri. Secondo Nyon, Inter-Napoli doveva essere sospesa per i cori razzisti a Koulibaly. Non sono convinto. Stoppare la partita, con gli scontri accaduti prima della sfida, avrebbe potuto provocare guai peggiori per l’ordine pubblico. In più, senza voler giustificare o tollerare volgarità e offese, mi chiedo: intendiamo difendere i giocatori beccati per il colore della pelle, ma non quelli a cui si insultano le madri? Inveire contro la famiglia di un Materazzi si può? E qual è il confine tra l’insulto razzista e l’insulto e basta? Nel 2018, chi disprezza un altro essere umano per il colore della pelle è un cretino. Ma proprio perché il problema razzismo è tremendamente serio, non va banalizzato. Benissimo le campagne di sensibilizzazione, i richiami, le multe. Ma il nocciolo è la mancanza di buonsenso e di rispetto. Gli atteggiamenti civili vanno coltivati dentro e fuori gli stadi, a partire dalle famiglie e dalle scuole. È anche per questo che – dall’anno prossimo – l’educazione civica tornerà nelle classi. Lavorerò per aggiungere anche l’educazione sportiva“.
MARADONA – “Ho giocato sette anni con il Napoli e anch’io ho subito cori razzisti da alcune tifoserie. Ricordo ancora gli striscioni che recitavano “Benvenuti in Italia”. Mi sento ancora più napoletano e oggi voglio essere vicino a Kalidou Koulibaly. Spero che questo episodio segni un punto di svolta, per eliminare una volta per tutte il razzismo dal calcio. Un saluto a tutti!“, queste le parole di Maradona.
KOULIBALY – “Le emozioni di questa giornata e questa vittoria resteranno per sempre nel mio cuore: grazie“, questo il post che il difensore del Napoli ha pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale.