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Buonanni, qualifica per Minitransat 2019 e podio al Campionato Mediterraneo 2018

Continua l’avventura del marinaio partenopeo verso la traversata dell’Atlantico in solitaria

Lo abbiamo lasciato nel pieno delle regate di qualificazione, a maggio, alla presentazione del progetto che lo vedrà partecipare alla Minitransat 2019 La Boulangere, la regata in solitario attraverso l’Oceano Atlantico che si corre ogni due anni sui Mini, barche a vela di appena 6,5 metri di lunghezza.

Marco Buonanni, alla fine del 2018, non solo ha raggiunto la qualificazione, con il suo “769 Caerus Bandolero”, ma è arrivato terzo nella classifica generale del Mediterranean Championship 2018.

Marco, a qualificazione avvenuta, come senti siano andati questi mesi?
È stata una bella esperienza. Ho trovato quello che cercavo: tanta vela, tanto mare ed un sano spirito di competizione. Sono stato in Italia, in Francia, sia sul versante mediterraneo che in quello atlantico, e in Spagna. Ho assaggiato ed incontrato tutte le diverse facce di questa classe, che è molto competitiva, ma dove ancora si sente vivo un senso di gruppo; si esce per darsi battaglia, ma si è tutti amici e nei momenti difficili ci si aiuta. I mesi sono trascorsi tra lavoro allenamenti regate, sogni concretizzati, ma anche forti delusioni. Un bel mix.

Terzo posto nella classifica generale della classe. Te lo aspettavi?
No, non mi aspettavo molto quando ho iniziato. Di certo, ero conscio che stavo partecipando ad una competizione e che non uscivo a farmi una passeggiata in barca: lo scorso inverno mi sono allenato molto, per fare bene. È un risultato frutto di tanto allenamento.

Ed effettivamente, le regate non sono state una passeggiata: una qualificazione ottenuta nonostante una collisione ed un disalberamento in mare aperto…
È vero. Durante una regata, a giugno, ho avuto una collisione, di notte, con l’isola della Gorgona (la più piccola isola dell’Arcipelago Toscano, di fronte a Livorno ndr.). Per me, che non faccio competizioni in maniera professionale, tanto allenamento e impegno hanno generato inevitabilmente un po’ di stress e di stanchezza: praticamente, nell’ultimo anno, sono stato più in mare che a terra. Non è così inusuale, per il lavoro che faccio, ma la grande differenza è che in un allenamento per una competizione cerchi sempre di migliorare, di tirare al massimo, e quando si gioca al massimo delle proprie possibilità è inevitabile cadere in qualche errore, frutto di stanchezza, ma anche di leggerezza o inesperienza.  Il disalberamento, invece, è stato dovuto un cedimento strutturale; ero al largo delle Baleari, anche lì di notte, ma il discorso è molto simile: era un albero con già molte miglia ed ho iniziato a “frustarlo” ed a chiedergli ben oltre le sue capacità, proprio per saggiarne il limite. Era in programma di cambiarlo prima della prossima stagione, e farlo a terra con personale qualificato sarebbe stato certamente più facile che trovarselo in mare in piena notte, ma, forse, anche meno emozionante.

Ora un periodo di pausa, prima di iniziare il percorso che ti porterà alla partenza della Minitransat, a settembre. Che programmi hai?
La qualifica è in tasca, l’esperienza cresce; ora parto per trasferire una barca ai Caraibi e liberare un po’ la mente. Poi fra poco arriverà Natale, a casa con la famiglia, ma da metà gennaio si torna a Barcellona, dove mi aspetto un nuovo anno che mi porterà ad attraversare l’Atlantico su una barchetta di 6.5 metri. Un nuovo anno di sicuro con emozioni forti.