Voce di Napoli | Navigazione

Carcere di Poggioreale, perquisizioni ai parenti dei detenuti: sequestrate diverse dosi di droga e cellulari. Il SAPPE: “C’era la cinofila”

Addirittura una donna avrebbe nascosto una siringa di eroina tra i capelli. Tempi lunghissimi per le visite. La smentita del sindacato

Sono giorni davvero difficili quelli che sta attraversando l’intera comunità penitenziaria. Infatti, la grande crisi del sovraffolamento carcerario è tutt’altro che risolta, anzi alcune case circondariali stanno vivendo un vero e proprio dramma. Tra queste c’è quella di Poggioreale.

Una tragedia umana che coinvolge gli agenti della polizia penitenziaria, i detenuti e anche i loro parenti. Questi ultimi, già protagonisti delle lunghe code e attese per poter effettuare i colloqui previsti con i propri cari, sono stati sottoposti ai controlli di sicurezza previsti.

Tra le varie norme c’è quella della perquisizione, divenuta più serrata a causa delle ultime notizie di cronaca. Infatti, considerata la frequenza con la quale i congiunti dei detenuti approfittano dei colloqui per introdurre cellulari e sostanze stupefacenti all’interno del carcere, gli agenti hanno posto più attenzione alle perquisizioni.

Così questa mattina a Poggioreale sarebbe andato in scena il solito caos, dove si è aggiunto l’enorme disagio di persone ad aspettare ore e ore in fila con la speranza di parlare con i propri cari. In particolare, oggi, sarebbero stati trovati diversi telefonini e molte dosi di droga tra cui una siringa di eroina addirittura nascosta tra i capelli di una donna.

Mattinata movimentata al reparto colloquio Poggioreale, hanno sequestrato cellulari e sostanze stupefacenti addosso ai familiari, addirittura in uno scrignon (o tupp) una donna teneva già pronta la siringa con dentro l’eroina, io vorrei dire a questi parenti che siete una vergogna perché è inaccettabile per i problemi che procurate ai detenuti“, queste le parole dell’attivista ed ex detenuto Pietro Ioia pubblicate su Facebook.

Insomma, secondo Ioia tali pratiche non fanno il bene dei detenuti che già vivono insieme agli agenti in condizioni umane degradanti e precarie. Una pena nella pena allinterno del “mostro di cemento“.

Intanto, però, secondo quanto appreso da VocediNappli.it dal SAPPE (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), a Poggioreale c’era la presenza della polizia cinofila ma non è stato rinvenuto nulla.