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Caso di malasanità, la denuncia su Facebook: risponde l’ospedale napoletano

Pasquale attraverso il suo profilo Facebook ha denunciato le condizioni in cui è stato ricoverato suo padre, il suo racconto e le immagini annesse hanno destato scalpore raccontando un caso di malasanità che ha fatto rapidamente il giro del web : “Vi chiedo un aiuto mio padre sta in terapia intensiva al c.t.o.di Napoli da due mesi e da un mese è in lista per il trasferimento al Monaldi o Telese perché deve fare riabilitazione respiratoria ma niente….Ma stamattina il posto di mio padre al Monaldi è stato dato ad un altra persona e non si sa come….naturalmente noi ci siamo arrabbiati e la conclusione????? Questa sera nell’ora di visita il dottore di turno ad ogni domanda che facevamo sulla salute di mio padre ci ha risposto in modo molto sgarbato e che ormai mio padre è cosciente e se si rifiuta di farsi curare loro non possono far nulla praticamente…..ca**i vostri mio padre non è totalmente cosciente è stanco sta fermo nella stessa posizione da due mesi è stato operato al femore un mese fa e solo venerdì scorso gli sono state tolte le famosissime ciappe alla gamba perché le avevamo notate noi e loro no..

Mio padre era un continuo sporco di feci anche alle mani quando l ho fatto presente alla dottoressa di turno dicendole che visto che lui è di continuo attaccato dai germi non era giusto tenerlo così sporco….e lei che fa il giorno dopo gli mette un sondino al retto perché faceva troppa cacca. ….andiamo un giorno è lo trovi legato al letto appena chiedevamo il perché un giorno ci dicevano si sporca le mani, un altro giorno si tira il sondino che tra l altro era sedato e non capivo come facesse…gli infermieri stanno un continuo col telefonino in mano senza pensare nessuno e se li chiami gli dai fastidio tutte queste cose che ho scritto posso provarle ho foto e video….ora vi chiedo un aiuto a far girare questo schifo e per questo ho deciso di postare la foto di quando mio padre era legato l’ultima volta a letto perché non ho voluto più che lo legassero …..e da allora viene ignorato sta pagando lui per le nostre dovute proteste”.

Il caso di malasanità ovviamente ha suscitato molto clamore e si è diffuso attraverso i social. La risposta dell’Azienda ospedaliera dei Colli è arriva attraverso una nota: “In merito a quanto pubblicato sui social media riguardo alle condizioni di un paziente ricoverato presso la terapia intensiva dell’ospedale CTO, e a seguito di indagine interna comunica che: Il paziente proveniva dal Pronto Soccorso dello stesso ospedale CTO, dove era giunto lo scorso 25 maggio con frattura del femore e con una gravissima insufficienza respiratoria acuta che aveva richiesto una immediata intubazione e successiva ventilazione meccanica, al fine di mantenerlo in vita.

Ventilazione meccanica resa peraltro particolarmente insidiosa dal fatto che il paziente era già affetto da una broncopatia cronica ostruttiva con insufficienza respiratoria restrittiva, stante la gravissima cifoscoliosi deformante, per la quale il paziente era già in terapia domiciliare con ossigeno. In conseguenza delle difficoltà di estubazione del paziente, questo veniva sottoposto a tracheotomia dilatativa percutanea rendendo in tal modo possibile, in data 6 giugno, l’intervento chirurgico di protesi totale d’anca. Dal punto di vista nutrizionale, il paziente, per il quale sono state attivate tutte le procedure per il trasferimento presso altra struttura specializzata, veniva alimentato in maniera artificiale ed era stato applicato un sistema di gestione dell’incontinenza fecale per evitare la formazione di piaghe da decubito che, al momento, nonostante i quasi due mesi di ricovero a letto, il paziente non presenta.

Circa l’utilizzo di misure di contenimento, assunte informando i familiari, si precisa che tali misure erano necessarie, urgenti e indifferibili dal momento che il paziente in questione, le cui condizioni non consentono una sedazione, più volte aveva tentato di liberarsi dai dispositivi respiratori che lo mantenevano e, attualmente, lo mantengono in vita. Si rappresenta, infine, che i familiari del paziente durante tutto il periodo di degenza sono stati costantemente informati e aggiornati riguardo alle condizioni del loro congiunto e alla necessità dell’applicazione delle misure contenitive, rispetto alle quali i familiari informati non manifestavano disappunto, avendone compreso la necessità. I familiari hanno avuto libero accesso alla terapia intensiva, essendo il paziente sveglio e trovandosi in una stanza singola. Proprio i familiari, una volta tranquillizzati, hanno manifestato verbalmente al responsabile della rianimazione la disponibilità a risarcire i danni arrecati alla porta della stanza del direttore del reparto in un momento di intemperanza”.

Il signor Pasquale in conclusione dopo aver diffuso la notizia è stato ascoltato dal primario Salvatore Buono che effettuerà tutte le verifiche del caso essendo all’oscuro di quanto accaduto.