Da una parte il comune incapace di riscuotere quello che gli spetta, nonostante una situazione finanziaria drammatica. Dall’altra la SSC Napoli che tra annunci e promesse aspetta il “cadavere del nemico” sul letto del fiume.
Al centro, tra i due giocatori della partita, lo stadio San Paolo e gli interessi dei cittadini napoletani. Ma questi ultimi assistono passivi, del resto Comune e SSC Napoli sono fermi, immobili…ancora all’interno degli spogliatoi.
E come se non bastasse è scoppiato il caso “affittopoli“. La Corte dei Conti ha messo nel mirino la gestione da parte dell’amministrazione comunale dei contratti di locazione relativi a due circoli sportivi della città.
In pratica i loro fitti sarebbero pari ad un importo molto inferiore rispetto al reale valore di entrambi gli immobili. È stato calcolato un presunto danno erariale, nei confronti delle casse del comune, pari a 3 milioni di euro.
Una cosa imperdonabile per un’amministrazione a rischio dissesto. E poi la ciliegina sulla torta, anzi si è trattato di un pugno allo stomaco, forse partito per sbaglio, ma che ha colpito duro. Il Mattino ha pubblicato un’intervista del Consigliere comunale e Presidente della Commissione per il Patrimonio e lo Sport, Carmine Sgambati.
“Lo sto dicendo da quando sono stato eletto. La questione dei fitti è un problema grave ma nessuno mi ha ascoltato. Così ecco l’intervento della Corte dei conti che presto interverrà anche sullo stadio San Paolo. La convenzione tra il comune e la SSC Napoli è scaduta da tempo e il presidente De Laurentiis fa giocare la sua squadra nello stadio della città senza pagare un euro. Siamo in trattativa da tempo infinito e nel frattempo i pagamenti vengono rimandati. Presso la commissione che presiedo, nonostante le diverse convocazioni, non si è mai presentato un solo dirigente della società. Il prossimo appuntamento è previsto per il 26 luglio. Vediamo se verrà qualcuno. Dobbiamo essere chiari, con un provvedimento della corte contabile, senza che la società e il comune trovino una soluzione, il Napoli rischia di giocare a Palermo. Invece, la strategia di De Laurentiis sembra chiara, arrivare all’inizio della prossima stagione sportiva impedendo al comune di prendere provvedimenti estremi. L’amministrazione resterà così ancora all’angolo. Dobbiamo riconoscerlo, risolvere il problema San Paolo vorrebbe dire fare il bene della città“, queste le dichiarazioni del Consigliere.
Parole forti che non hanno suscitato grande clamore. Tra eventi e proclami anti – Salvini da un lato e l’arrivo di Carlo Ancelotti unito al calciomercato dall’altro, i napoletani sono stati un po’ sordi, anche un po’ ciechi. Probabilmente distratti. Ma in realtà nessuno ha alzato la voce, acceso la luce o richiamato la loro attenzione.
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Eppure queste affermazioni pongono due seri problemi. Uno di natura civica e giudiziaria, per la quale un ente pubblico a cui è stata delegata la gestione di una città attraverso libere elezioni, svende e non sa valorizzare il patrimonio che i suoi cittadini gli hanno affidato.
Nel mezzo c’è un privato che da tempo utilizza una struttura pubblica, per quanto fatiscente, senza cacciare un soldo. Intanto, dopo 15 anni, ha iniziato qualche lavoro presso un centro sportivo di cui non è proprietario e ha annunciato, come avviene da 15 anni, la realizzazione di un progetto per costruire una cittadella su modello delle più grandi società europee.
L’altro problema è invece politico. Un Consigliere comunale e Presidente di una Commissione ha dichiarato che il presidente della SSC Napoli non paga il fitto dello stadio, ha dichiarato che mai un dirigente del club si è presentato agli incontri con il comune, ha affermato che l’amministrazione non riesce ad esigere tali pagamenti, ha detto che nessuna delle parti sta facendo il possibile per stipulare una benedetta convenzione ed ha concluso dichiarando che presto la Corte dei Conti sarà costretta ad intervenire anche per la questione San Paolo.
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E la cosa triste qual è? Che da palazzo San Giacomo, tranne che per i soliti proclami in merito ai fantomatici lavori per l’impianto di Fuorigrotta in corso di svolgimento (avviati grazie ad un prestito del Credito sportivo, poi interrotti e infine ripresi con i fondi per le Universiadi), tuona un assordante silenzio.
E da Castel Volturno? Anzi da Dimaro, visto che i dirigenti del Napoli e il presidente sono in ritiro con la squadra? La stessa reazione. Incredibile ma vero, proprio come il sindaco Luigi De Magistris, anche il patron azzurro Aurelio De Laurentiis è rimasto in silenzio.
Ma Adl è il privato, probabilmente per lui la situazione va bene così com’è. Forse, come affermato dal sorprendente Sgambati, sta davvero aspettando che inizi la stagione sportiva. Così il comune sarà alle corde, anzi all’angolo. Dema, se non riuscisse a sbloccare quest’empasse, sarebbe disposto a mettersi contro il tifo napoletano impedendo al Napoli di giocare a Fuorigrotta le sue partite?
Non credo, così come sarà difficile che De Laurentiis faccia particolari passi avanti nei confronti del comune. A quel punto l’unica speranza per noi napoletani sarà rappresentata dal rimedio più estremo. Quello disperato. L’intervento dei giudici contabili. Così la profezia di Sgambati si rivelerà vera. Il problema è che con molta probabilità andrà a finire proprio in questo modo.
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