I due agenti sono rimasti coinvolta in una rissa tra due detenuti africani. La denuncia de Sappe
Una rissa è scoppiata nel carcere di Salerno dove due detenuti di origine africana sono venuti alle mani in modo furioso. Coinvolti nel violento litigio due agenti della Polizia Penitenziaria che hanno subito diverse contusioni.
Come dichiarato da Emilio Fattorello, segretario regionale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria): “A seguito della quale un poliziotto penitenziario è rimasto gravemente ferito. Ancora violenza e rinvenimenti telefoni cellulari nel carcere salernitano. Criticità ieri pomeriggio alla apertura delle celle alla Prima Sezione. Due gruppi di detenuti africani hanno dato vita ad una feroce rissa tra di loro senza esclusione di colpi. Durante i tafferugli, due colleghi della polizia penitenziaria hanno riportato lesioni e poi ricoverati in ospedale: uno ha una gamba rotta ed è stato ingessato con 25 giorni di prognosi, l’altro se le è cavata con tre giorni di prognosi. Dall’inizio della settimana sono stati rinvenuti altri tre cellulari. Ormai non abbiamo più parole per descrivere le criticità della casa circondariale di Salerno“.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà e parole di apprezzamento per gli agenti contusi e feriti a Salerno: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni e ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina? E allora è mai possibile che nessuno, al ministero della Giustizia e al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la polizia penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a polizia di Stato e carabinieri, ossia pistola taser e spray al peperoncino?“.