Il giovane deceduto nella tarda serata di domenica per un violento sinistro con la motocicletta. Dopo, panico e violenza in ospedale
Dieci giorni di prognosi: contusioni su tutto il corpo, trauma cervicale e lombo sacrale e allo zigomo destro. È questo quello che ha subito Pasquale l’operatore del 118 sequestrato insieme alla sua ambulanza nella tarda serata di domenica scorsa.
Un fine settimana finito in tragedia questo appena passato per la famiglia Esposito. Il giovane Emanuele, appena 17enne (avrebbe compiuto 18 anni a dicembre), è stato vittima di un violento incidente mentre era in sella alla sua motocicletta. Il drammatico episodio è avvenuto in vico porta piccola a Montecalvario.
Fatale lo scontro con un’altra moto guidata dal 45enne S.M. al momento ricoverato presso il Cto. Invece Emanuele è stato trasportato d’urgenza all’ospedale vecchio Pellegrini dove è deceduto dopo qualche ora a causa delle gravi contusioni riportate.
All’improvviso, come denunciato dalla pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate“, una folla inferocita si è recata presso il pronto soccorso dei Pellegrini ed hanno addirittura sequestrato un’ambulanza per recarsi sul luogo dell’incidente. Uomini e donne che hanno protestato per la troppa attesa nell’aspettare che i soccorsi arrivassero per il povero Emanuele che era agonizzante in strada.
Una ricostruzione smentita dalla pagina “Nessuno tocchi Ippocrate” che ha confermato l’arrivo sul posto, in 10 minuti, di due ambulanze che hanno soccorso sia Emanuele che S.M. Sta di fatto che la rabbia e la disperazione hanno preso il sopravvento, così diverse persone si sono recate presso l’ospedale Pellegrini e come si vede dalle immagini, sono anche quasi giunti allo scontro con gli agenti di Polizia che formavano un presidio di sicurezza al pronto soccorso.
In un’intervista rilasciata a La Repubblica il conducente dell’ambulanza ha raccontato gli attimi di paura e violenza che ha dovuto subire lui insieme ad altri medici ed infermieri.
“Sono autista di ambulanze da venticinque anni. Sono stato aggredito e picchiato otto volte, l’ultima quattro mesi fa davanti all’ospedale Loreto Mare. Ma quello che mi è successo ieri non pensavo potesse mai accadere. Un esercito di persone che mi stordisce di botte, mi sequestra e mi minaccia di morte. Mi insulta come fossi stato un nemico. È inimmaginabile, inconcepibile nel 2018. Io lavoro per salvare la vita alle persone“, queste alcune delle dichiarazioni del conducente dell’ambulanza sequestrata rilasciate in un’intervista a La Repubblica.