Ha festeggiato i suoi 18 anni in grande stile, in un locale non molto distante dalla centralissima via Toledo, inconsapevole che pochi giorni dopo sarebbe stato arrestato. Un compleanno onorato nel migliore dei modi anche per mandare un segnale alle “paranze” rivali e per dimostrare “chi è il più forte” nelle discoteche frequentate da questi aspiranti camorristi capaci di bruciare in una sola serata migliaia di euro solo per alimentare il proprio ego e la continua voglia di celebrità sui canali social.
Eccolo G.F., il “capuziello” di casa Formicola, clan di via Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. “Pezzotto“, così si fa chiamare e richiamare da amici e, soprattutto, dai vocalist dei locali napoletani, festeggia i suoi 18 anni due settimane dopo la notte di follia dei baretti di Chiaia. Quando tra il 18 e il 19 novembre la sua “paranza” si affronta con quella rivale proveniente da Fuorigrotta (Napoli ovest) e per poco non ci scappa il morto.
L’obiettivo è Gennaro Troncone, 20enne incensurato ma figlio del boss Vitale, protagonista il giorno 2 di quello stesso mese di un video con trenini di Mumm portati al suo tavolo dai camerieri di un locale in provincia di Napoli (probabilmente della zona di Sant’Antimo). Un tavolo esaltato e celebrato dallo speaker che arriva a contare fino a 45, un numero non casuale ma che corrisponde al numero di bottiglie prese dal quel giovanotto e dai suoi amici. Bottiglie regalate anche ai tavoli vicini per dimostrare che “G.T.” è magnanimo, sa campare. Lo stesso Troncone, tramite i suoi legali, ha fatto sapere che il pagamento di quelle 45 bottiglie lo divise con tutti i componenti del tavolo, circa una ventina di persone.
Il video, acquisito dalla Procura di Napoli e pubblicato ieri da diversi quotidiani, era diventato “virale” sui social tanto da provocare l’invidia di Formicola jr e dei suoi amici che avrebbe poi portato – secondo la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – allo scontro nella zona dei baretti di Chiaia dove Troncone, aggredito e in difficoltà, tira fuori la pistola (perché questi “capuzielli” si sentono più sicuri se escono col “ferro” o con i coltelli”) e spara da terra ferendo sei persone.
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“Ricomincia lo show, non si ferma più, P-e-z-z-o-t-t-o” urla lo speaker dalla console per omaggiare il tavolo Formicola dove continuano ad arrivare bottiglie di champagne e Belvedere accompagnate da candele flambè per completare la coreografia. Lo show di “Pezzotto” non avviene solo durante la festa di compleanno che segna l’inizio della maggiore età. Avviene anche nei mesi precedenti e in diversi locali di Napoli. Quello più frequentato si trova a Coroglio, nel quartiere Bagnoli, non molto distante dall’isolotto di Nisida. E’ qui che il nipote del patriarca Ciro Fomicola e del figlio Antonio celebra le sue serate esaltato dallo staff del locale in cambio di mance generose.
“Pezzottto” è stato poi arrestato lo scorso 6 dicembre, fresco maggiorenne, dopo essere stato sorpreso due volte, nel giro di poche settimane, armato per le strade del centro di Napoli. Secondo gli inquirenti era il capo della paranza di San Giovanni a Teduccio che si scontrò con quella di Fuorigrotta guidata da Troncone, arrestato poche settimane prima.
“Pezzotto” è anche il cugino di Gaetano Formicola detto ‘o chiatto, 23 anni, arrestato insieme a Giovanni Tabasco detto birillino, 23 anni, per l’omicidio di Vincenzo Amendola, il 19enne di San Giovanni a Teduccio scomparso la sera del 5 febbraio 2016 e ritrovato senza vita il 19 dello stesso mese in un terreno non molto distante dalle case popolari di Taverna del Ferro. L’omicidio – come si legge nell’ordinanza cautelare – è maturato all’interno del clan Formicola per tutelare l’onore del boss Antonio (padre di Gaetano, ndr), detenuto da anni, perché si era sparsa la voce di una presunta relazione sentimentale tra la vittima 19enne e la moglie del capo clan.