Il Tribunale del Riesame: "Mancanza di gravi indizi di colpevolezza". Il boss, conosciuto con il nome di "My way", era stato arrestato lo scorso marzo
Un verdetto record quello della 12esima sezione del Tribunale del riesame che ha scarcerato il boss Ciro Rinaldi alias “My way“. Per i giudici mancano gravi indizi a carico dell’imputato. Una vittoria per gli avvocati difensori Raffaele Chiummariello e Salvatore Impradice.
Il capo dell’omonimo clan era stato tratto in arresto lo scorso 26 marzo accusato di essere il mandante dell’omicidio di Raffaele ‘Ultimo Cepparulo, 25enne legato ai ‘Barbudos del sodalizio Genidoni–Esposito–Spina un tempo egemone nel rione Sanità.
Cepparulo è stato ammazzato il 7 giugno del 2016 in un circolo ricreativo del Lotto Zero di Ponticelli, periferia orientale di Napoli. Con lui ha perso la vita il 19enne Ciro Colonna ennesima vittima innocente della camorra.
‘Ultimo si era rifugiato a Ponticelli per contare sulla protezione di alcuni suoi parenti legati al clan Di Micco alias dei ‘Bodo. Il 25enne aveva cercato riparo nel quartiere dopo essere stato protagonista della faida scoppiata alla Sanità e che aveva coinvolto i Genidoni–Esposito–Spina contro il clan Vastarella.
Ma in realtà la guerra del rione Sanità sembra centrare poco con l’eliminazione del ‘Barbudos. Infatti, secondo gli inquirenti, Cepparulo stava pianificando un agguato ai danni del clan Minichini–Schisa nemico dei De Micco alleati con il sodalizio dei Mazzarella.
A questo punto sarebbero entrati in gioco i De Luca Bossa, imparentati ai Minichini–Schisa e quindi legati anche ai Rinaldi, acerrimi nemici dei Mazzarella. Il cartello dell’area Est del capoluogo campano avrebbe agito proprio per evitare l’omicidio di un loro affiliato, assassinandone il probabile killer.
Il 26 marzo, insieme al boss Rinaldi, sono stati arrestati anche Anna De Luca Bossa, già detenuta a Santa Maria Capua Vetere; Antonio Rivieccio, già detenuto a Poggioreale; Giulio Ceglie; Cira Cipollaro; Luisa De Stefano; Vincenza Maione; Michele Minichini (figlio di Anna De Luca Bossa).
