La morte di Fabrizio Frizzi, scomparso lo scorso 26 marzo a causa di un’emorragia cerebrale, ha sconvolto il mondo dello spettacolo. In molti si sono espressi a davore dello storico conduttore e hanno definito Frizzi “buono, altruista, generoso, perbene”. Non tutti però si sono accodati a questi messaggi. Pupo, cantante e presentatore toscano, ha voluto lasciare un ricordo che scatena la polemica. Ginazzi (nome vero dell’artista) era amico di Fazio e aveva lavorato con lui nel 2014 a Ti lascio una canzone, oltre a tante Partite del Cuore.
IL MESSAGGIO DI RITA DALLA CHIESA PER FRIZZI
Sui social network Pupo scrive:
“Soltanto due anni fa, eravamo insieme qua, alle cascate del Niagara. Abbiamo condiviso momenti professionali meravigliosi ed altri, privati, in cui mi raccontavi le tue sofferenze e le angosce che gli ipocriti che oggi ti rimpiangono, ti avevano causato. Non ho parole fratello”.
Raggiunto da “Il Fatto Quotidiano” Pupo ha infatti spiegato:
“Ciò che mi dà più fastidio in questi momenti: l’ipocrisia. Soprattutto quella di molti dirigenti della Rai che umanamente non valgono molto. Prima lo hanno massacrato e adesso lo esaltano. Se Fabrizio Frizzi negli ultimi tempi era tornato in auge, non era stato grazie alla Rai, ma grazie alla generosità di Carlo Conti che lo aveva imposto a L’Eredità”.
L’ULTIMO PENSIERO DI FABRIZIO PER LA FIGLIA
Le parole dell’artista che si scaglia contro la Rai sono molto forti: “Fabrizio amava la Rai perché era un volto fortemente Rai, ma si tratta di un’azienda effimera nel senso umano ed eticoperché dipende da persone che continuamente si alternano. Non vengono mai curati i rapporti con i talenti a disposizione, i dirigenti curano solo il proprio interesse politico e la propria poltrona”. Mercoledì si terranno i funerali a Roma, in Piazza del Popolo alle ore 12, su questo punto Pupo dichiara: “Tanti di quelli che domani andranno al funerale, o che oggi si espongono per lui, probabilmente invidieranno l’attenzione e il bene nei suoi confronti. C’è un’ipocrisia in questo mondo che neanche ci immaginiamo“.