La Corte dei Conti ha bocciato durante l’udienza tenutasi oggi a Roma il ricorso presentato dal Comune di Napoli, bocciando l’amministrazione De Magistris. Sebbene avesse accolto la prima contestazione della giunta napoletana in merito allo sforamento dei conti del 2014, non ha fatto lo stesso per quello del 2016.
I punti su cui la Corte dei Conti si è battuta riguardano l’inadempimento dell’amministrazione comunale del piano di rientro per quanto riguarda due voci: “Le elusioni del patto di stabilità 2014 e del saldo di finanza pubblica 2016″. Per la voce relativa al 2014 durante un’udienza delle Sezioni Riunite, tenutasi lo scorso gennaio, aveva accettato una rimodulazione.
Non ha fatto ugualmente per il debito di 84milioni di euro, cifra che il Comune deve dare al consorzio CR8, che si occupò nel post terremoto degli anni ’80 degli interventi di recupero degli edifici che avevano subito danni con il sisma.
La Corte dei Conti ha bocciato il ricorso e le conseguenze potrebbero essere catastrofiche per il Comune di Napoli. Una delle sanzioni, infatti, prevede il taglio di trasferimenti statali. Una volta conclusa la lettura della sentenza, lo staff del sindaco Luigi De Magistris, guidato dal capo di gabinetto Attilio Auricchio, ha provveduto a contattare il sindaco, pare che il commento sia stato: “E’ andata male, richiamo il dissesto”. Il pericolo per il Comune di Napoli, infatti, è che si vada verso il dissesto.
Dopo poco è arrivato anche il commento di Luigi De Magistris:
“Oggi mi sento di esprimere preoccupazione e una profonda indignazione sul rigetto perché stiamo discutendo del Cr8 e questa cosa mi fa rivoltare lo stomaco. Io debbo discutere da due anni di un debito di 100 milioni del 1981. Vediamo quale sarà l’effetto, ma io su questo sono capace di mettere in campo la più grande mobilitazione politica che la città di Napoli dal dopoguerra in poi abbia conosciuto. Questo è l’unica cosa che mi sento di dire. Può essere che non sarà necessario, ma sappiamo per certo che stiamo discutendo del CR8. Quindi potrebbe accadere che la mobilitazione di Montecitorio sia stata solamente un prosecco accompagnato da una tartarre“.