Luigi Capasso è il carabiniere che ha ucciso le figlie e sparato alla moglie, togliendosi in fine la vita. In queste ore drammatiche continuano ad emergere dettagli raccapriccianti sulla dinamica dell’accaduto e su quanto l’uomo avesse già premeditato tutto.
Le divergenze con la moglie sarebbero state il movente di questi delitti, stando alle dichiarazioni di quanti li conoscevano e ultimamente avevano avuto contatti, li descrivevano appunto una coppia problematica. Tra i retroscena anche alcune telefonate intercorse tra le figliolette e l’uomo, Alessia e Martina apparivano visibilmente preoccupate del comportamento di quell’uomo violento. Lui ripeteva “non ti farò del male”, ma quale padre ha bisogno di specificare una cosa del genere se non un uomo che è consapevole di averle terrorizzate? Capasso: “Ciao Alessia, ho dei biglietti per andare a vedere le luminarie al Parco di Ariccia, ti farebbe piacere andarle a vedere domani con me?” Alessia: “Non lo so”. Capasso: “Non ti preoccupare a papà non ti faccio niente” Alessia: “Lo so che tu non mi faresti mai del male”. Capasso: “No, mai mai”. Alessia: “Lo so… però non lo so, cioè subito, così”. Capasso: “Alessia se mai proviamo a stare insieme (…)”. Alessia: “Però da soli io non…”.
Parole agghiaccianti per una strage che forse poteva essere evitata, ora indaga l’arma dei carabinieri con un’inchiesta atta ad accertare “se le autorità gerarchiche e sanitarie competenti a valutare il comportamento e la condizione psicofisica dell’appuntato Luigi Capasso avessero elementi sufficienti per prevedere quanto purtroppo è accaduto, nonché se sia stato fatto tutto ciò che la legge consentiva a tutela della consorte e, per estensione, dell’intero nucleo familiare”.
L’orrore però risiede tutto nella dinamica di quanto accaduto, Capasso ha fatto fuoco contro la figlia Martina di 7 anni quando lei dormiva ancora sotto le coperte, Alessia la maggiore di 13 anni invece era sveglia e lui, senza esitazione, le ha sparato poco lontano dal letto. Ciò vuol dire che la bambina ha vissuto tutta l’angoscia di quei momenti di terrore, attimi in cui il padre ha portato a compimento una strage prima di togliersi la vita.