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Tre napoletani scomparsi in Messico: consegnati ai clan locali dalla polizia

Si fa ancora più torbida la situazione in Messico, dove tre napoletani sono scomparsi il 31 gennaio scorso. Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino sarebbero stati consegnati dalla polizia del posto a clan appartenenti alla malavita locale. La polizia federale è intervenuta nella vicenda arrestando tre agenti della polizia locale di Tecalitlan.

Secondo le indagini del corpo speciale Sedo, che sta investigando sulla criminalità organizzata, gli agenti di polizia e il capo locale, Hugo Enrique Martinez, sarebbero collusi. Mercoledì mattina una decina di uomini della polizia federale di Jalisco sono entrati nella sede della polizia locale e hanno invitato 33 agenti a presentarsi alla sede del comando generale. Solo in 18 si sono presentati, gli altri sarebbero scomparsi insieme al comandante che durante il blitz era assente a causa di un permesso. Muniz però non era a casa, la sua abitazione è stata trovata vuota,adesso è ricercato come fuggitivo anche nelle regioni adiacenti.

IL GIALLO DELLA TRUFFA. COSA E’ ACCADUTO IN MESSICO?

La regione di Jalisco è considerata un feudo del Carello Jalisco Nuova Generazione, una delle organizzazioni criminali più potenti del Messico. I media messicani infatti ritengono che i tre napoletani siano proprio nelle mani dei narcotrafficanti internazionali, dunque gli agenti di polizia sarebbero collusi con la malavita locale.