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Napoli, quattro auto rubate ogni notte e rivendute all’estero: giro da 300mila euro, le tariffe

Un giro d’affari da 300mila euro al mese che prevedeva mediamente il furto di 3-4 auto al giorno che da Napoli venivano poi rivendute all’estero anche con annunci online. Questi i dettagli dell’operazione che ha portato i carabinieri della Compagnia Napoli Centro ad eseguire ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura, nei confronti di 15 persone “specializzate” nei furti e nella ricettazione o riciclaggio di auto.

Si tratta di indagati ritenuti appartenenti a un’organizzazione a delinquere attiva nell’area di Napoli: per 11 di loro il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, per 4 invece gli arresti domiciliari. L’indagine, condotta dal gennaio 2015 al giugno del 2016, ha consentito di ricostruire l’intero organigramma del sodalizio criminale, individuando i vari ruoli di una vera e propria “catena di montaggio”. Un primo gruppo, capeggiato da quattro persone e caratterizzato dalla presenza di tre donne, era articolato su due “batterie” e dedito alla commissione di furti di auto a Napoli e provincia; operativi quasi tutte le notti e “coperti” da due-tre pali, gli addetti al furto dei veicoli partivano dalla base logistica, localizzata a Capodichino, individuavano le autovetture corrispondenti all’ordinazione dei vertici del sodalizio e, dopo aver forzato la portiera e installato centraline manomesse, avviano il motore.

Nella fase successiva le autovetture venivano lasciate per strada nel rione Berlingieri di Secondigliano o nel rione Amicizia (feudo del clan Contini) nel quartiere Vasto dove  dalle indagini non sono emersi collegamenti con la criminalità organizzata. Qui le auto, private dell’eventuale sistema GPS, venivano recuperate a distanza di poche ore da altri appartenenti al sodalizio, quelli addetti allo spostamento. Nel passaggio successivo parte dei veicoli entravano nel “mercato nero” dei ricettatori, con rivendita delle varie componenti meccaniche e di carrozzeria; un’altra parte invece veniva indirizzata verso il terzo passaggio della “catena di montaggio”: la ri-punzonatura di telaio e motore eseguita da tecnici in un’area di Ponticelli, periferia est di Napoli, applicando i numeri seriali di autovetture circolanti immatricolate all’estero, prevalentemente in Spagna, Francia e Germania, “clonate” con documenti esteri acquisiti in maniera fraudolenta. Prima di essere rivendute venivano intestate con atti di vendita contraffatti a compiacenti “prestanome”: un indagato è risultato proprietario di oltre dieci auto.

L’ultimo passaggio era la vendita dei veicoli risultati immatricolati all’estero, a normali prezzi di mercato e ad ignari acquirenti, anche ricorrendo ad annunci di vendita online. Il giro d’affari complessivo si aggirava sui 300mila euro al mese, con 3-4 autovetture rubate mediamente ogni notte. Un guadagno rilevante a fronte delle spese da sostenere per i sodali: 300 euro a macchina per gli autori del furto, 500 euro per gli addetti alla ri-punzonatura, 100-200 euro per l’acquisizione di copie dei documenti esteri. Nel corso dell’indagine i Carabinieri hanno documentato la commissione di 77 episodi tra furti e tentati furti di autovetture, arrestato in flagranza di reato 16 persone, restituito ai proprietari 29 veicoli e sequestrato numeroso materiale utilizzato per lo scasso e per la manomissione delle centraline.