I rilievi eseguiti dalle forze dell'ordine hanno fornito nuovi elementi d'indagine agli inquirenti. L'autorità giudiziaria ha riaperto l'inchiesta
È un epilogo clamoroso quello della vicenda relativa a Giuseppe Veropalumbo, vittima innocente di camorra uccisa il 31 dicembre del 2007. Gli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata hanno raccolto delle nuove prove che porteranno all’individuazione dei responsabili dell’omicidio. In particolare gli uomini coordinati dal dirigente Gioia, su disposizione del procuratore Pavia, stanno utilizzando le nuove tecnologie per ricostruire i dettagli del tragico avvenimento.
Carmela Sermino, vedova di Veropalumbo, contattata da VocediNapoli.it ha confermato tutto ed ha dichiarato: “La scientifica ha utilizzato i droni che 10 anni fa non esistevano e nuove tecniche di rilevazione che hanno permesso di ottenere una nuova ricostruzione dei fatti. È troppo tempo che vivo con questo dramma addosso ed oggi posso dire di essere soddisfatta. La mia sete di verità non si è mai placata, so che il percorso sarà lungo, ma sono ottimista ed ho fiducia nel lavoro della giustizia. Grazie alle forze dell’ordine e alla magistratura che non hanno mai smesso di fare il loro lavoro“.
La vittima morì in casa sua, proprio la sera del capodanno. A freddarlo un proiettile vagante esploso in strada durante i festeggiamenti. Veropalumbo aveva in braccio la figlia piccola nel momento in cui è stato colpito a morte. La zona in cui è avvenuta la tragedia è sotto l’egemonia dello storico clan Gionta. Sul posto i rilievi delle forze dell’ordine hanno permesso di trovare più di 100 bossoli.
Al momento la cautela e il riserbo sono massimi e gli investigatori stanno procedendo con massima attenzione. Intanto la memoria per Giuseppe Veropalumbo è ancora viva e molto forte. Proprio lo scorso mese di dicembre si è tenuto presso lo stadio torrese Giraud un triangolare di calcio dedicato a lui dedicato.
Il comunicato della questura di Torre Annunziata
“Torre Annunziata – Proseguono le indagini per l’omicidio Veropalumbo – Proseguono incessantemente le attività investigative per far luce su uno dei casi che ha più scosso l’opinione pubblica oplontina e partenopea, relativa all’assassinio del compianto Giuseppe Veropalumbo avvenuta durante i festeggiamenti di fine anno tra il 31 dicembre 2007 ed il 1° gennaio 2008, nella sua abitazione di Corso Vittorio Emanuele III. Nella giornata odierna, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Torre Annunziata , coordinati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno svolto un sopralluogo presso l’abitazione. Gli accertamenti eseguiti dai poliziotti del Commissariato Torre Annunziata, unitamente agli esperti della Polizia Scientifica di Napoli, sono stati realizzati con le più sofisticate ed avveniristiche tecniche investigative e proseguiranno on maniera incessante“.
Le specifiche tecniche dei rilievi effettuati dagli investigatori con la scientifica
“Un microscopio comparatore ad alta definizione, collegato ad una banca dati IBIS in 3D, ossia una banca dati di bossoli/proiettili, un sofisticato drone, misurazione con strumenti ad elevata precisione che si avvalgono di luce laser, queste sono solo una parte delle strumentazioni tecnologicamente all’avanguardia, utilizzate dalla Polizia Scientifica della Questura di Napoli, al fine di chiarire la dinamica dell’omicidio di Giuseppe Veropalumbo, avvenuto nella notte del Capodanno 2008, mentre era nella sua abitazione al 9° piano del Corso Vittorio Emanuele III, al civico 9 di Torre Annunziata.
Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, gli agenti del Commissariato di P.S. Torre Annunziata, con il prezioso contributo della Polizia Scientifica e dei Vigili del Fuoco, hanno recuperato frammenti di un’ogiva conficcata nella parete esterna accanto alla finestra dell’abitazione della vittima.
Col sopraggiungere della sera, inoltre, grazie alle apparecchiature a laser in dotazione alla Polizia Scientifica, si è riusciti a tracciare la traiettoria dei proiettili che colpirono mortalmente il carrozziere allora trentenne”.