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Bruciata viva mentre era incinta, in Appello confermata condanna a 18 anni per l’ex di Carla Caiazzo

Le parole di Pietropaolo: "Non smetterò mai di chiedere perdono"

Confermata anche in Appello la condanna a 18 anni di reclusione per Paolo Pietropaolo, il 41enne accusato del tentato omicidio di Carla Caiazzo, 41 anni, avvenuto il primo febbraio 2016 a Pozzuoli. La donna venne gravemente sfregiata con il fuoco dal suo ex compagno. Era all’ottavo mese di gravidanza e poco dopo il ricovero d’urgenza all’ospedale Cardarelli diede alla luce Giulia Pia grazie a un vero e proprio miracolo dei medici, che fecero partorire la donna nonostante le gravi ustioni riportate.

La sentenza è stata emessa dal collegio della Corte d’Appello presieduto dal giudice Maurizio Stranziola. Un anno fa, il 23 novembre 2016, Pietropaolo venne condannato in primo grado – con rito abbreviato (procedimento penale che prevede lo sconto di 1/3 sull’eventuale pena) – a 18 anni di reclusione per tentato omicidio, stalking e procurato aborto. I giudice hanno accolto la richiesta del procuratore generale Stefania Buda che aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.

Assistito dall’avvocato Gennaro Razzino, Pietropaolo in aula ha provato più volte a giustificarsi: “Non smetterò mai di chiedere perdono a Carla, a nostra figlia, alle nostre famiglie, a tutte le donne e anche a me stesso” queste le sue parole riportate da Repubblica Napoli.  Il 41enne ha definito il suo gesto “atroce, repellente, assurdo. Io stesso ho difficoltà a identificarmi in quella persona”. Per Peitropaolo resta il ricorso in Cassazione.