Operazione delle forze dell'ordine che hanno sgominato la filiera delle attività illecite dei 'Capitoni, grazie alle dichiarazioni dei boss pentiti
Colpo al clan Lo Russo, individuati e arrestati diversi spacciatori affiliati al sodalizio dei ‘Capitoni e trovate e sequestrate molte armi nascoste dall’organizzazione. La Polizia ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), nei confronti di 40 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e ricettazione.
Le indagini, corroborate dalle attività tecniche e dal contributo dichiarativo dei collaboratori di giustizia, hanno documentato le responsabilità degli affiliati al clan Lo Russo, in merito alle attività illecite del narco traffico, individuando i responsabili dell’intera filiera: dai narcotrafficanti, che hanno sfruttato alcuni canali di fornitura esteri, agli spacciatori che si sono occupati della distribuzione al dettaglio della sostanza, all’interno delle piazze di spaccio controllate dal sodalizio.
Gli inquirenti sono stati in grado di scoprire come i trafficanti pagassero al clan una tangente mensile di 10.000 euro per poter vendere, in nome e per conto proprio, la sostanza stupefacente anche alle altre organizzazioni criminali. Fondamentali per le indagini le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia un tempo ai vertici del clan Lo Russo (Mario Lo Russo, Carlo Lo Russo, Antonio Lo Russo e il suo braccio destro Claudio Esposito) e di altri pentiti un tempo affiliati all’organizzazione criminale (Ferrara Ciro e De Simini Antonio). Tra gli arrestati spiccano le figure di Damiano Pecorelli e Miraglia Salvatore Angelo, quest’ultimo legato da vincoli di parentela alla famiglia Lo Russo e definiti dai collaboratori di giustizia trafficanti di elevato spessore con importanti contatti con il Sud America. Inoltre è emerso il legame tra i ‘Capitoni con l’Alleanza di Secondigliano. Infatti, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Ettore Bosti (nipote di Patrizio Bosti, figura apicale del clan Contini), avrebbe rifornito in più occasioni Carlo Lo Russo di grossi quantitativi di sostanza stupefacente poi ceduta alle numerose piazze di spaccio gestite direttamente dal clan.
Intanto i Carabinieri hanno accertato la partecipazione degli indagati alle attività dell’associazione camorristica, in particolare allo spaccio di droga e ad azioni di fuoco per il controllo o il predominio sul territorio. Proprio per quest’ultimo aspetto, i militari hanno trovato le armi custodite dal clan. Queste ultime sono state sequestrate e rinvenute nel vano ascensore di uno degli edifici di via Janfolla, nel cuore del rione di origine del clan. Inoltre sono state individuate le responsabilità e i ruoli degli indagati nella gestione di svariate “piazze” per la vendita di cocaina, eroina, marijuana ed hashish.
In un borsone, durante un intervento ad alto impatto con perquisizioni per blocchi di edifici, sono state rinvenute armi oliate ed efficienti e circa 1000 munizioni, un deposito di armi in piena regola pronto ad armare un commando per azioni di fuoco degne di scenari di guerra composto da un kalashnikov, un fucile a pompa, 3 fucili a canne mozze e un sovrapposto, una calibro 45 e una colt mk4, 2 revolver calibro 38 e due pistole semiautomatiche. Ma c’erano anche 3 giubbotti antiproiettile, 2 caschi integrali e passamontagna.