Destinatario di una mandato di arresto dal 2013, il boss è latitante da allora. Il provvedimento della DDA è scattato questa mattina
Un sequestro da 2 milioni di euro. Ecco il valore dei beni requisiti per volere della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Firenze. Il provvedimento è stato voluto contro il boss latitante Vincenzo Ascione detto ‘Babbalaccone, 62enne di Torre del Greco e referente in Toscana (in particolare nella provincia di Prato), del clan camorristico Birra-Iacomino. La decisione ì maturata dopo che l’esito delle indagini (condotte tra il 1996 e il 2012) sui redditi dichiarati dalle persone incriminate, non ha una corrispondenza rispetto al tenore di vita sostenuto. Inoltre, sembrerebbe che gli investimenti fatti da Ascione siano frutto dei guadagni percepiti attraverso diverse attività illecite.
Vincenzo Ascione è ricercato dal 2013, anno in cui è stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per le accuse di tentata estorsione ed usura in concorso, commessi dal 2008 al 2013 a danno di commercianti pratesi che gestivano attività commerciali in provincia di Pistoia. Ad emettere il dispositivo della misura cautelare, il Gip del Tribunale di Firenze. All’interno dell’ordinanza è stato scritto che tali reati sono stati aggravati dal metodo mafioso, con l’aggiunta di minacce.
Ma il curriculum di Ascione è ben fornito: nel 1980 è stato condannato dal Tribunale di Napoli per contrabbando e dalla Corte d’Appello dello stesso capoluogo per induzione e sfruttamento della prostituzione; nel 2006 è stato condannato dal Tribunale di Prato per violazione delle norme relative alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori; nel 2010 è stato condannato dalla Corte d’Appello di Firenze per ricettazione. In ultimo, nel 2011, è stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Prato per il reato di estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso.
I beni sequestrati e che saranno probabilmente confiscati, sono rappresentati da tre immobili ubicati a Prato, da due terreni siti nel comune di Vaiano (Po), da due società con sedi a Prato e Montemurlo (PO) – intestatarie, tra l’altro, di due immobili in provincia di Prato e Pistoia – da due autovetture, nonché di numerosi conti bancari e altre disponibilità finanziarie. Nella circostanza il Tribunale di Prato ha irrogato, altresì, a carico di Vincenzo Ascione la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di un anno e sei mesi.