Abuso d’ufficio, corruzione e frode. I carabinieri hanno notificato mercoledì mattina la misura cautelare degli arresti domiciliari per l’imprenditore Alfredo Romeo (imputato a Roma nel processo Consip) e per il direttore generale del Cardarelli, l’ingegnere Ciro Verdoliva. Ben 16 le misure cautelari (di cui quattro ai domiciliari, otto di sospensione dai pubblici uffici e due divieti temporanei di esercitare attività professionali) disposte dalla procura di Napoli e firmata dal gip Mario Morra nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sugli appalti Romeo.
A Verdoliva, all’epoca dei fatti (2013-2014) responsabile Unico del Procedimento di gara e dirigente dell’Ufficio Tecnico dell’ospedale, i magistrati contestano l’accusa di corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio; Romeo invece dovrà difendersi dall’accusa di corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, frode nelle pubbliche forniture.
Sono tre diversi filoni di ipotesi corruttive relative all’ospedale Cardarelli di Napoli, alla Soprintendenza per i beni culturali di Roma e al Comune di Napoli. L’indagine è stata condotta dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia Henry John Woodcock e Celeste Carrano, coordinati dall’aggiunto Filippo Beatrice, e dal magistrato della sezione reati contro la pubblica amministrazione Francesco Raffaele, coordinato dall’aggiunto Alfonso D’Avino. Disposti gli arresti domiciliari anche per Giovanni Annunziata, ex dirigente dell’Ufficio Controlli Ambientali e di Supporto Operativo per le decisioni dei RUP del Comune di Napoli (dovrà rispondere di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio) e per Ivan Russo, collaboratore di Romeo. Misure interdittive sono state disposte nei confronti degli altri 12 indagati.
Un fulmine a ciel sereno per l’ospedale più grande del Mezzogiorno che arriva poche ore dopo la conferenza stampa di martedì dove sono stati diffusi i dati del Centro Dafne – Codice Rosa. Questa mattina, lo stesso Verdoliva, prima dell’arrivo dei carabinieri, aveva attivato l’unità di crisi per l’ospedale, a causa di un afflusso straordinario di pazienti.
“La necessità di garantire come Polo Unico per Napoli e l’intera provincia la gestione dei pazienti politraumatizzati, – si legge in una ota di questa mattina a firma di Verdoliva – sommata al ruolo di hub anche per le reti tempodipendenti dell’ictus cerebrale e dell’infarto miocardico acuto, nonché l’accelerazione indotta dall’obiettivo posto per l’abbattimento delle liste d’attesa, sono i fattori che hanno determinato in queste ultime settimane un afflusso straordinario di pazienti al nostro pronto soccorso con patologie e comorbilità importanti che qualificano il numero degli accessi”.
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