Il pm di Milano, Bruna Albertini ha formulato le richieste di pena per i 19 imputati nel processo per bancarotta contro il crac di Novaceta Spa, diventata in seguito BemberCell, azienda di Magenta, leader nella produzione di filo acetato. Tra le richieste di pena ci sono anche quelle per Gianni Lettieri e suo figlio.
L’ex candidato sindaco di Napoli per il centrodestra è subentrato a Maurizio Cimatti come amministratore unico dell’azienda nel 2007 e dal 2009 è diventato presidente. Il pm ha chiesto 13 anni per Cimatti, 9 per Lettieri e 4 per il figlio Giuseppe.
L’accusa è stata formulata a seguito di una lunga ricostruzione in cui è emerso che tra il 2005 e il 2010 potrebbero essere stati sottratti milioni di euro, e tutti gli imputati avrebbero una responsabilità nella vicenda. Il pm ha parlato di “operazioni distrattive e di depauperamento di ampia portata“, ha poi aggiunto che “il progetto di creare un polo cellulosico, mai partito, è diventato un leitmotiv usato per fare altre operazioni” tra cui alcune rivolte al mercato immobiliare, che in seguito avrebbero causato il fallimento.
Tutti i movimenti di gestione illecita sarebbero stati attuati prima da Cimatti e poi da Lettieri, provocando la perdita di lavoro per un gran numero di operai. Il pm ha chiesto anche 13 anni per Nicola Squillace che nel periodo in esame era l’amministratore della società, 9 anni per Mario e Luca Celentano, probabili prestanome per Cimatti e Squillace, 8 anni per Gaetano Scoccia ex consigliere, 7 anni per Roberto Tronchetti Provera, fratello di Marco, che dall’ottobre 2003 al maggio 2005 era presidente del cda, 7 anni per Maurizio Dorigo, il liquidatore di BembergCell, 4 anni per Giuseppe Lettieri e per l’ex consigliere Igino Soggaro.
Gianni Lettieri ha subito voluto prendere le distanze dalle accuse formulate dal pm e in una nota ha dichiarato:
“Le accuse sulla gestione di Novaceta Spa negli anni 2007-2009, rivolte a me e mio figlio, sono destituite di ogni fondamento. Siamo estranei ai fatti contestati e dimostreremo di aver agito nell’esclusivo interesse dell’azienda. Sottolineiamo che abbiamo investito 25 milioni di euro per acquisire questa azienda su espressa autorizzazione del tribunale di Milano. Nulla abbiamo a che vedere con la precedente gestione della Berbergcell e questa, come tutte le altre circostanze, verranno correttamente ed opportunamene dimostrate al Tribunale, nel quale riponiamo come sempre la massima fiducia per la corretta ricostruzione dei fatti“.
Il prossimo 16 novembre in aula si terranno le discussioni delle parti civili.
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