Il gruppo di fuoco che ha ucciso il nipote del boss nel 2006 ha poi operato una scissione dal clan Mazzarella
Pasquale Grimaldi era in auto insieme ad Enrico Esposito, si trovavano in via Marco Aurelio tra i quartieri Fuorigrotta e Soccavo. All’improvviso una motocicletta con a bordo due persone i cui volti erano coperti dai caschi integrali, si sono avvicinati alla vettura a grande velocità. Quello seduto dietro ha estratto la sua arma da fuoco ed ha iniziato a crivellare di colpi i corpi di Grimaldi ed Esposito.
Il primo è morto sul colpo, l’altro è stato ridotto in fin di vita. Siamo nel 2006, nel territorio contesto tra il clan Grimaldi e quello dei Puccinelli. La loro è stata una faida che è durata molto tempo ed ha insanguinato le strade dell’area Est di Napoli. Dopo 11 anni sono stati individuati ed arrestati i presunti killer.
Gennaro Catapano, Raffaele Micillo, Domenico Di Perna, Salvatore Sembianza e Salvatore Maggio, sarebbero loro i responsabili dell’agguato. Una verità emersa grazie alle dichiarazioni rese agli inquirenti da alcuni collaboratori di giustizia, tra cui proprio Salvatore Maggio.
Il retroscena interessante è che quest’ultimo è originario delle Case Nuove, quel reticolo di viuzze alle spalle della zona Mercato dove è da sempre egemone il clan Mazzarella. Ed è proprio a questo sodalizio che Maggio era affiliato. Ma per quale motivo un uomo dei Mazzarella avrebbe partecipato ad un agguato in un altro quartiere? Cosa avrebbe spinto gli eredi di Michele ‘ò Pazzo Zaza a valicare i confini della loro zona per offrire un aiuto ad un altra organizzazione criminale?
A queste domande gli investigatori stanno provando a dare una risposta, la cosa certa è che Maggio aveva dei legami personali con il clan Puccinelli. Quello che andrà chiarito e quanto possa essere stato decisivo l’autorizzazione dei Mazzarella per quell’omicidio. Non è escluso che Maggio abbia agito per conto suo. Infatti non è un mistero che egli era a capo di un gruppo resosi autonomo dai Mazzarella, un’indipendenza “criminale” culminata con il tentato assassinio di Giuseppe Persico avvenuto nel 2013. Quest’ultimo era il referente per i Mazzarella nella zona Mercato.
Addirittura negli ultimi anni il gruppo capitanato da Maggio aveva anche provato ad imporsi nel quartiere con l’attività illecita delle estorsioni, costringendo il clan Contini ad intervenire. Ed era proprio al sodalizio dell’Alleanza di Secondigliano che lo scissionista dei Mazzarella aveva chiesto un supporto contro questi ultimi. Ma allo stesso tempo non è affatto improbabile che il clan capitanato dai nipoti di Zaza abbia voluto approfittare dei legami di Maggio con i Puccinelli per tentare di allungare i propri tentacoli anche nell’area Est della città.
Tuttavia l’avventura scissionista di Maggio, Catapano, Micillo, Di Perna e Sembianza è terminata in modo precoce. Infatti lo scorso luglio sono state eseguite nei loro confronti le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) su disposizione della Procura di Napoli. Infine, lo scorso 13 settembre, è stato trovato ed arrestato l’ultimo del gruppo: Salvatore Sembianza.
Insomma, abbiamo un gruppo di fuoco appartenente ad uno dei più potenti clan di camorra (i Mazzarella) che ha sconfinato intervenendo nella faida tra altri due sodalizi (i Grimaldi–Puccinelli). C’è il capo di questo commando (Maggio) che ha deciso di effettuare una scissione dalla sua organizzazione originaria, divisione durata davvero poco tempo. Così, ci troviamo di fronte a diversi elementi che rendono questa vicenda molto intricata, per una matassa che ci auguriamo l’autorità giudiziaria riesca a sciogliere al più presto.