Svolta all'interno del processo "Medea", infatti ha deciso di collaborare con la giustizia un fedelissimo del figlio di 'Sandokan
La DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Napoli ha depositato alcuni nuovi verbali inerenti al processo Medea. Questa ulteriore documentazione è relativa alle dichiarazioni fatte da un neo collaboratore di giustizia: Francesco Barbato.
Quest’ultimo è un elemento di spicco del clan dei Casalesi, in quanto era il braccio destro di Nicola Schiavone figlio di Francesco detto ‘Sandolkan. Entrambi sono stati condannati in primo grado nel 2014 e in appello nel 2016 per il triplice omicidio di Giovanni Battista Papa, Modestino Minutolo e Francesco Buonanno, avvenuto nel maggio del 2009.
Questa svolta potrebbe consentire ai giudici e alla Procura antimafia di far emergere i dettagli relativi al “mistero” della pendrive sparita all’interno del covo dove era nascosto il boss Michele Zagaria. Al momento al vaglio dell’autorità giudiziaria vi è questa versione dei fatti: prima che avvenisse il blitz decisivo per l’arresto di Zagaria, il poliziotto Oscar Vesevo (ad oggi indagato) l’avrebbe presa e consegnata a Orlando Fortuna (detenuto e sotto processo).
L’esistenza della pendrive, ceduta per circa 50mila euro, è stata rivelata grazie a delle intercettazioni ai danni di alcuni affiliati al clan dei Casalesi. Al suo interno vi sarebbero i nomi di politici e personalità colluse con il sodalizio criminale.