Arrestato il 17 febbraio del 2016 dopo essere stato latitante per 8 mesi. Amirante era reggente del sodalizio Amirante-Brunetti-Giuliano-Sibillo
Padre di Salvatore Amirante, giovane reggente del cartello che ha unito le nuove leve criminali di Forcella contro il clan Buonerba (detti ‘i Capelloni) legato ai Mazzarella, Vincenzo Amirante ha deciso di collaborare con la giustizia.
Sotto il suo comando si sono alleati gli eredi della famiglia Giuliano insieme agli Amirante (appunto), i Brunetti e i Sibillo, sodalizio il cui baby boss Emanuele è stato ucciso a luglio del 2015 a soli 19 anni. L’obiettivo era quello di strappare quei vicoletti del centro storico di Napoli al controllo del clan Mazzarella.
Come riportato da Il Roma, il primo a finire sotto accusa in seguito alle dichiarazioni di Amirante è proprio suo figlio Salvatore. Il boss ha deciso di rivelare agli inquirenti diversi dettagli su alcuni omicidi rimasti irrisolti al tempo della faida contro ‘i Capelloni di via Oronzo Costa.
Non solo, ma l’autorità giudiziaria starebbe avendo informazioni e nomi su chi ha gestito e gestisce tutt’ora le attività illecite di quella zona, dallo spaccio di sostanze stupefacenti fino al racket e alle estorsioni.