È finito in manette Salvatore Sembianza 37 anni ed ultimo dei 5 destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli su disposizione della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) locale, lo scorso mese di luglio. Sembianza faceva parte di un clan scissionista della storica organizzazione criminale dei Mazzarella, famiglia da sempre egemone nella zona Mercato e a San Giovanni a Teduccio.
Il 37enne era riuscito a scampare all’arresto quando la Polizia ha fatto un blitz nell’area denominata delle Case Nuove, operazione che ha portato in carcere gli altri membri del piccolo e nuovo sodalizio: Gennaro Catapano, Raffaele Micillo, Domenico Di Perna e Salvatore Maggio. Da allora Sembianza è stato latitante, fino allo scorso pomeriggio, quando gli agenti l’hanno stanato in un bed and breakfast in via nuova Poggioreale. Il malvivente, in possesso di un documento falso di identità, è stato condotto al carcere di Secondigliano.
Le indagini delle forze dell’ordine sono state molto complesse in quanto hanno fatto emergere un quadro intricato per quanto riguarda gli equilibri criminali relativi al clan Mazzarella. Gli investigatori non solo hanno scoperto e fermato quasi sul nascere l’esistenza di questa organizzazione scissionista (che avrebbe sicuramente innescato una scia di sangue nel centro di Napoli), ma hanno individuato in Catapano, Micillo, Di Perna, Maggio e Sembianza i presunti autori dell’agguato mortale nei confronti di Pasquale Grimaldi, avvenuto nel 2006, e i tentati omicidi di Enrico Esposito, Giuseppe Persico e Vincenzo Papi accaduti nel 2013.
In particolare Persico è un ras di grande importanza per il clan Mazzarella. Infatti, ha ricoperto il ruolo di luogotenente per il sodalizio nella zona Mercato. La sua morte avrebbe sferrato un grave colpo agli eredi dei Zaza e permesso agli scissionisti di poter gestire in maggiore autonomia le molteplici attività illecite da sempre nelle mani dei Mazzarella.
Ma dettagli importanti sono emersi anche sulla vicenda relativa all’omicidio di Grimaldi. Quest’ultimo è stata una vittima della faida che ha visto protagonisti il clan Grimaldi contro quello dei Puccinelli per il controllo del Rione Traiano. A fare da anello di congiunzione tra gli scissionisti dei Mazzarella e queste organizzazioni criminali operanti nell’area Ovest di Napoli, sarebbe stato Salvatore Maggio. Quest’ultimo, oggi collaboratore di giustizia, sarebbe stato a capo dei separatisti dei nipoti di Zaza e anche killer al soldo dei Puccinelli. Le sue dichiarazioni, insieme a quelle del pentito Davide Leone (anch’egli ex affiliato dei Puccinelli) stanno consentendo agli inquirenti di poter risalire a diversi dettagli che riguardano le dinamiche criminali del centro di Napoli e dell’area occidentale della città.
Ma non è finita qui, come si dice: “Il nemico del mio nemico è mio amico“. Infatti, l’operazione messa in atto da Maggio e i suoi uomini contro il clan Mazzarella avrebbe coinvolto il sodalizio dei Contini (organizzazione fondatrice della potente Alleanza dei Secondigliano ed egemone nella zona Vasto–Poggioreale–Sant’antonio Abate), ben felice di fornire sostegno a chi ha contrastato gli storici avversari: i Mazzarella. Maggio avrebbe fatto un accordo con Ettore ‘ò Russo Bosti figlio di Patrizio e nipote del boss Eduardo Contini per quanto riguarda le estorsioni nel territorio conteso coi gli eredi dei Zaza.
Tuttavia proprio mercoledì scorso, 6 settembre, c’è stato un duplice omicidio tra quei vicoletti, nello specifico in vico Pergola all’Avvocata dove sono stati uccisi Edoardo Amoroso, 52 anni, e Salvatore Dragonetti, 44. Tra loro cognati, il primo ha spostato la sorella del secondo, sono imparentati con la famiglia Giuliano (un tempo clan dominante nel quartiere Forcella) prima di confluire nell’organizzazione dei Mazzarella. Dietro l’agguato mortale potrebbe esserci proprio l’Alleanza di Secondigliano, con protagonista il clan Contini, che avrebbe ritrovato nuova linfa con la scarcerazione di Nicola Rullo, probabilmente attuale reggente del sodalizio.
L’arresto di Catapano, Micillo e Di Perna
L’arresto di Salvatore Maggio
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