Alla luce degli ultimi e gravi fatti di cronaca sembrerebbe che la vera emergenza per l’Italia sia quella del terrorismo. Invece non è così, nel nostro paese ed in particolare a Napoli incombe un altro pericolo molto più grande: il dissesto idrogeologico.
Fenomeno che a causa degli ultimi incendi è stato reso ancora più forte in quanto i recenti roghi hanno indebolito il terreno e le radici al suo interno erodendo le fondamenta di alcune zone della città.
Nello specifico con le prime e forti piogge sono a rischio frane e inondazioni il quartiere Pianura e la zona collinare dei Camaldoli. A conferma di questa tesi ecco le dichiarazioni del geologo Franco Ortolani: “L’incendio del 10 agosto scorso lungo il versante dei Camaldoli e Pianura ha sicuramente aggravato il rischio di dissesto idrogeologico. Sono stati troppi gli ettari di vegetazione bruciata“.
Adesso l’emergenza è più che reale, in quanto un disastro del genere non risparmierebbe le zone abitative. È immediatamente scattato l’allarme con conseguente appello al Sindaco Luigi De Magistris: “L’amministrazione comunale faccia in fretta e applichi le raccomandazioni della Protezione Civile. Entro la fine di agosto vanno potenziati i meccanismi di monitoraggio e prevenzione contro il dissesto e bisogna necessariamente informare la popolazione in merito alla questione“.
Come riportato da Il Mattino, già un sentenza del 2015 emessa dal Tribunale di Napoli, nell’ambito di un contenzioso tra alcuni residenti di Pianura e il Comune, ha affermato che quel territorio: “è interessato da numerosi fenomeni di dissesto che determinano il distacco della roccia. L’area settentrionale che riguarda il quartiere Pianura, è oggetto di fenomeni di dissesto idrogeologico che consistono in numerose frane di dimensioni medio – piccole, del tipo scorrimento, lungo i versanti dei principali valloni, e del tipo crollo o ribaltamento in corrispondenza delle pareti più acclivi, spesso corrispondenti alle vecchie cave abbandonate“.
Le pessime condizione del suolo sono state peggiorate negli anni con la costruzioni di edifici e sentieri che per la loro realizzazione hanno causato l’asportazione di grandi parti di terreno. Il Comune ha tentato di rimediare in qualche modo con il progetto che prevede la costruzione di alcuni canali utili per il passaggio dell’acqua e delle fognature, ma i lavori sono (indovinate un pò?) fermi da anni. In merito vi è un contenzioso tra l’amministrazione e l’azienda incaricata dei lavori. Per questo il Comune si è affidato ad un’altra ditta.
“Gli incendi recenti hanno colpito al cuore questo territorio. Il progetto per la canalizzazione dell’acqua è stato suddiviso in tre stralci ed ha visto la realizzazione della prima parte tra il 2007 e il 2008. Poi c’è stata una lunga interruzione che è servita per mettere in sicurezza gli scarichi delle acque nere e pluviali che scendono dai Camaldoli a Pianura. Adesso una delle soluzioni potrebbe essere quella di arretrare la vasca già realizzata in via Solfritto, oggetto di un problema tecnico, verso l’estremo versante della contrada Pisani, nei pressi della discarica. E poi creare un percorso di deflusso che la colleghi al sistema già realizzato“, queste le dichiarazioni di Domenico Palmieri Presidente della Commissione trasparenza.
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