Scampia

Faida Rione Sanità, demolito il clan Esposito-Genidoni: tutti i NOMI degli arrestati

Blitz di carabinieri e polizia nel Rione Sanità. Arrestate nove persone appartenenti al clan Esposito-Genidoni. Tra gli indagati autori e mandanti delle “stese” e degli omicidi che tra il 2011 e il 2016 hanno insanguinato le strade del popolare rione napoletano provocando anche la morte dell’innocente Genny Cesarano, 17 anni, ucciso dai nemici di Miano. Un duro colpo quello inferto dagli investigatori al clan dei “Barbudos“, indebolito da arresti e omicidi eccellenti (Ciro e Pierino Esposito, Raffaele Cepparulo) e cacciato dal Rione Sanità negli scorsi mesi dai gruppi criminali rivali. Misure cautelari che inguaiano ulteriormente i reduci del gruppo camorristico, molti dei quali sono già detenuti dallo scorso mese di maggio. A piede libero e ai domiciliari invece Francesco Spina, nipote del bosso Pierino Esposito, Salvatore Basile e Agostino Riccio, quest’ultimi due poi transitati con i nemici dei Vastarella.

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli e i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcera, emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di nove soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso finalizzata a omicidi, estorsioni, traffico di stupefacenti e violazione della legge sulle armi, con l’aggravante del metodo mafioso.

Waleter Mallo

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche e ambientali sul capo clan Antonio Genidoni , 30 anni, (figliastro del boss Pierino Esposito, ucciso dai killer dei Lo Russo nel novembre del 2015) e su alcuni suoi familiari e uomini fidati. Ricostruito il ruolo di diversi affiliati al clan, alcuni dei quali già in carcere dallo scorso maggio per la strage delle Fontanelle, avvenuta il 22 aprile del 2016 nell’omonima via, quartier generale del clan Vastarella (a morire furono Giuseppe Vastarella e Salvatore Vigna).  Ricostruito anche il ruolo di altri soggetti che successivamente sono transitati nelle file di altri clan del Rione Sanità.

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FAIDA CON I LO RUSSO – Nelle indagini un ruolo prezioso lo hanno avuto anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno ricostruito le tappe della faida tra gli Esposito-Genidoni-Spina e il clan Lo Russo, i “capitoni” di Miano, supportato nel Rione Sanità dal clan Vastarella. Al centro della contesa il monopoli dello spaccio di stupefacenti che vede il Rione Sanità come luogo nevralgico a Napoli. Un vero e proprio corridoio della droga, capace di collegare il centro storico della Città (Decumani, Forcella, Quartieri Spagnoli) con l’area a nord di Napoli (Miano, Piscinola, Chiaiano, Secondigliano, Scampia).

In alto da sinistra: Vincenza Esposito, Francesco Spina, Emanuele Genidoni, Alessandro Daniello In basso da sinistra: Agostino Riccio, Salvatore Basile, Addolorata Spina, Emanuele Esposito

I NOMI DEGLI ARRESTATI – Tra i destinatari del provvedimento restrittivo ci sono oltre ad Antonio Genidoni, la madre Addolorata Spina, la moglie Vincenza Esposito, Alessandro Daniello, Emanuele Esposito (già detenuti per la “stage delle Fontanelle”), Walter Mallo (arrestato nel maggio del 2016 e  condannato a 16 anni di reclusione quale capo dell’omonimo clan), Francesco Spina, Salvatore Basile, Agostino Riccio.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno consentito di far luce sugli autori del tentato omicidio di Francesco Bara, successivamente ucciso nel dicembre del 2012.

Ciro Cuozzo

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