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Perché incendiano Napoli? Gli affari dei clan fanno bruciare tutta l’Italia

In questi giorni sentiamo parlare costantemente di incendi, è un’emergenza nazionale, ci sono roghi in diverse regioni. A bruciare è soprattutto il Sud: Campania, Calabria e Sicilia la regioni più colpite dai focolai. Dopo i timori, gli allarmismi e le “notizie bufale” emerse in questi giorni, i politici hanno provato a dare una risposta ai cittadini che si chiedono come mai l’Italia stia bruciando? Qualcuno dice si tratti di un “attacco allo Stato”, qualche altro parla di “disegno eversivo”. Roberto Saviano, in un lungo articolo pubblicato su Repubblica, prova a dare una spiegazione più concreta per far intendere ai lettori chi c’è davvero dietro tutti questi incendi, come sempre la motivazione è riconducibile alle ragioni dei clan.

Bruciano il Vesuvio, il cratere degli Astroni, interi quartieri di Napoli. Regia unica? Una sola motivazione? La risposta non è scontata. Secondo il giornalista napoletano l’Italia brucia per una serie di ragioni, innanzitutto “bruciare è la bonifica criminale per eccellenza: si brucia per fare spazio a discariche e ad aree in cui si potrebbe stoccare di tutto“. Si brucia in segno di vendetta per far sì che la sicurezza venga affidata ad agenzie private e non pubbliche, per poter edificare altro nei territori interessati dai roghi, per dare una risposta violenta con il fuoco. Saviano continua spiegando nel dettaglio la motivazione che spinge i clan, appoggiati dai consensi della legge, ad agire in questo modo: “Dopo la legge- quadro per la lotta agli incendi boschivi non si può edificare per 15 anni e quindi cosa fanno i clan? Appena vengono a sapere che una zona può diventare edificabile, bruciano per bloccarla. Il messaggio è: prima di decidere se rendere edificabile o meno un terreno bisogna mettersi d’accordo con noi o negoziare un prezzo con noi, altrimenti con il fuoco blocchiamo tutto. Questa è la pratica. Ma la legge, come spesso accade, lascia spazio a strategie in grado di poterla aggirare perché “Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni”. Se così recita la legge, sapete cosa spesso accade e soprattutto a sud? Che non vengono definiti, i territori bruciati, zona boscata o pascolo, ma zona agricola. E per le zone agricole la legge non entra in vigore. Quindi bruci e puoi costruire“. Ecco perché l’Italia brucia.

I clan attraverso il fuoco si assicurano le discariche abusive, si vendicano per accordi non raggiunti; i criminali creano panico laddove la gestione dello Stato è inefficace in quanto prevenzione, monitoraggio e soluzione del problema mancano di risolutezza.

Fabiana Coppola

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