La vicenda della cittadinanza onoraria conferita a Diego Armando Maradona ha assunto delle sfumature interessanti, ridicole e malinconiche allo stesso tempo. Interessanti perché il comune di Napoli ha manifestato tutta la sua incapacità di organizzare l’evento, promuoverlo con una strategia di comunicazione adeguata, e sostenerlo con una prontezza che avrebbe dovuto difendere l’istituzione dalle polemiche e gli attacchi ricevuti. Invece, è finita con il sindaco Luigi De Magistris che non è salito sul palco di Piazza del Plebiscito perché impaurito dalla folla che lo avrebbe fischiato. E per il sindaco zapatista, Masaniello e popolare, che ha aizzato contro il Nord e lo Stato i cittadini fin dal primo giorno del suo mandato, una contestazione di quelle dimensioni sarebbe stato un colpo durissimo. Ridicole perché si è assistito ad una sceneggiata che ha fatto acqua da tutte le parti: l’organizzazione, la mala gestione evidenziata dalla polemiche (alcune costruite ad hoc) nei confronti degli aspetti economici dell’iniziativa, il flop numerico dimostrato dalla poche migliaia di persone presenti in piazza. Malinconico perché i fatti hanno reso chiaro come Napoli non sia in grado di spiccare il volo dal suo passato. Un passato trionfale e prestigioso che però in più ambiti diventa zavorra. Non motivo di slancio, ma causa di chiusura in un orgoglio partenopeo che acceca ed impedisce ogni movimento verso il futuro. Dai sentimenti neo borbonici, alla figura del grande Diego che ubriaco al taglio della torta diventa lo zimbello di chi si è fatto fotografare in sua compagnia. Una scena che ha letteralmente violentato la storia che molti, sindaco compreso, volevano utilizzare per rinforzare quel consenso popolare costantemente cercato.
Però una piccola speranza c’è, all’inizio ho parlato di tutta questa storia come interessante, ridicola e malinconica. Ho sbagliato, potrebbe essere stata anche benefica. Se questa volta il populismo ha dato una botta ai populisti (i probabili fischi a De Magistris) e il popolo si sia diviso sul fatto di conferire o meno la cittadinanza a Maradona (appena 10mila persone presenti al Plebiscito, invece dei 30mila previsti), potrebbe voler dire che Napoli in un certo qual modo è stanca di questo immobilismo perenne, sia culturale e soprattutto politico. Forse l’idea in cui il passato debba restare tale (senza essere dimenticato e che sia rivendicato senza estremismi), lasciando spazio al futuro, sta prendendo piede nei napoletani. Tuttavia non sembrano esserci nel contesto sociale, culturale e politico partenopeo, delle figure in grado di far germogliare e crescere questo seme di riscatto e rinascita.
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