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Intervista a Diego Dominguez, “Voglio regalare a Maradona una palla ovale”

Pantaloncino, maglietta e una palla ovale tra le mani. Diego Dominguez non ha mai appeso al chiodo le scarpette da gioco e continua con semplicità e professionalità a calcare i campi da rugby. Questa volta lo ha fatto per 40 bambini napoletani, la maggior parte di BagnoliScampia, con i quali Diego ha condiviso l’esperienza del Diego Dominguez Rugby Camp (con la collaborazione dell’Amatori Rugby Napoli, del Rugby Scampia e del Gruppo Bancario Crédit Agricole Cariparma).

Al campo del Cus Napoli sono 5 giorni di rugby a tempo pieno dove questo gruppo di giovani ha l’opportunità di confrontarsi con il campione argentino che ha fatto la storia di questo sport. Numero 10 leggendario della nazionale italiana, quello cucito dietro le spalle dei mediani d’apertura, ruolo di fantasia e responsabilità, spesso di quei giocatori che ti risolvono le partite. Dominguez ne ha vinte tante, con quel suo piede destro che non ho mai smesso di osservare, un semplice piede capace di realizzare 1010 punti in carriera (il 5° miglior marcatore assoluto di questo sport, il primo nella storia a superare il traguardo dei 1000 punti), tra cui quei famosi 29 che hanno regalato all’Italia un’indimenticabile vittoria al suo esordio casalingo nel 6 Nazioni contro la Scozia. Era il 5 febbraio del 2000, dopo 17 anni Diego è a NapoliUna terra meravigliosa, con un potenziale enorme“.

VocediNapoli.it ha incontrato in esclusiva Dominguez presso l’impianto del Cus NapoliBagnoli, territorio dalle grandi prospettive che purtroppo naviga ancora in un limbo da cui è difficile intravedere un’uscita. La disponibilità del fuoriclasse argentina è stata esemplare, così come la sua capacità di insegnare ai bambini le basi di questo sport bellissimo.

Diego raccontaci l’esperienza del Diego Dominguez Rugby Camp e il motivo per cui hai deciso di portarla a Napoli

Napoli e la Campania sono un territorio con una grande tradizione di rugby. Qui sono stati vinti due scudetti dalla Partenope anni fa, due titoli importantissimi per la storia di questa terra. Poi ci sono tantissimi giovani che amano questo sport e che hanno la voglia di crescere e noi abbiamo il dovere di supportarli e di trasmettergli i valori e le basi del rugby. Sono questi i motivi principali che ci hanno convinto a venire. Senza contare l’esperienza del Rugby Scampia, una società giovane, nata solo 3 anni fa che ha bisogno di svilupparsi e dell’aiuto di tutti affinché raggiunga i suoi obiettivo.

Che risposta hai avuto dall’ambiente?

Un contesto meraviglioso, una città e un clima bellissimi. Tanta energia ed entusiasmo che ci stanno facendo passare dei giorni stupendi con un’ospitalità impeccabile. Credo che qui ci sia un’atmosfera magica, ci sono stato una volta nel 1990 e poi, purtroppo, non ho avuto altre occasioni per tornarci. Per questo stiamo mettendo tanta passione in questo progetto affinché sia un’esperienza indimenticabile per i ragazzi ma anche per noi.

Quali sono gli obiettivi che l’iniziativa del Diego Dominguez Rugby Camp vuole raggiungere da questa esperienza napoletana?

Crescere e migliorare, sempre e nel tempo. Noi siamo costantemente in contatto con le società del posto per ottenere un dialogo e un confronto constante. Voglio mettere a disposizione la mia esperienza affinché queste società dilettantistiche possano svilupparsi. Non è facile, ci vogliono sacrifici e la disponibilità di tutti, fuori e dentro il campo.

Cosa faresti per dare un’iniezione di energia al movimento rugbistico napoletano, di cui hai giudicato floride e positive le basi?

Investire soprattutto in strutture e giovani. Le fondamenta per qualsiasi progetto sportivo sono questi due aspetti. Dopo può succedere di tutto, campionati, vittorie, sconfitte, ma la cosa principale per una squadra e una società, sono le strutture e i ragazzi. Sono i comandamenti su cui ogni club deve investire, una sorta di pensione per tutta la vita affinché nascano generazioni di rugbisti che col tempo, sicuramente, possono garantire vittorie e successi alla propria società, alla propria squadra.

Come ben sai c’è in città un altro Diego che ama Napoli ed è molto amato dai napoletani. Sappiamo che hai fatto un appello per incontrarlo e stipulare un gemellaggio tra la palla ovale e quella tonda

Si, so che Maradona ama molto il rugby ed è un grande tifoso della nazionale argentina i “Pumas”. Ovviamente sarà molto preso da tutto quello che deve fare qui a Napoli in questi giorni, ma sarei contento di incontrarlo e regalargli una palla da rugby. Magari lui farà lo stesso, regalandomene una da calcio, sport che mi piace tantissimo.

Insomma, in Argentina chi si chiama “Diego” ha un piede magico a prescindere dal fatto se la palla sia ovale o tonda

Maradona sarebbe stato un grande giocatore di rugby, con la sua testa, la sua grinta il suo cuore sarebbe potuto diventare un grande mediano di mischia.

Ti rivedremo in futuro a Napoli?

Certo, l’idea, come tutte le cose che si fanno nella vita, è quella di dare continuità a questo progetto. Non è mai positivo dare inizio ad un’esperienza e lasciarla isolata. Le cose devono durare nel tempo affinché crescano e maturino per bene.

Diego Dominguez non ha mai smesso di sorridere durante tutta l’intervista, il suo sguardo e le gocce di sudore che gli scendevano dalla fronte ci hanno fatto capire quanto sia bello riuscire a divertirsi ancora come un bambino, proprio come quelli che da grandi si decide di allenare.