Paolo Villaggio si è spento la scorsa mattina nella clinica privata Paideia di Roma all’età di 84 anni. Era malato da tempo di diabete e un peggioramento lo aveva costretto al ricovero già da un mese. Dopo la morte dell’attore genovese i figli hanno spiegato le cause del decesso ai giornalisti: “Non stava bene, era ricoverato già da un mese e mezzo. La patologia del diabete si è aggravata. Purtroppo lo sapeva e non ha fatto niente per impedirlo“.
Elisabetta e Piefrancesco con le loro parole hanno scatenato una bufera sui social, in molti infatti hanno polemizzato contro l’atteggiamento troppo leggero dei figli dell’artista. La morte del padre, secondo quanto dicono gli utenti, non ha toccato i due che hanno addirittura ironizzato sui funerali confessando che Villaggio ne avrebbe voluto uno a San Pietro. Il putiferio scatenato dalle dichiarazioni e dai video che circolano in Rete è stato creato proprio dai tantissimi fan dell’attore che sono rimasti infastiditi da questo atteggiamento ritenuto troppo sereno per il drammatico evento.
Intanto mercoledì 5 luglio si terranno i funerali laici alla Casa del Cinema. La mattina in Campidoglio ci sarà la camera ardente e a seguire una cerimonia laica. Le polemiche talvolta sono sterili, è risaputo che l’attore genovese prendesse molto poco sul serio determinati argomenti come la morte, lo stesso infatti dichiarava: “Come vorrei essere ricordato? Con un funerale a San Pietro“, ironizzando sul fatto che se se proprio doveva avere un funerale in chiesa avrebbe accettato solo la Basilica di Roma. In molti gli artisti italiani celebri che lo hanno ricordato come Roberto Benigni: “La notizia mi ha avvolto il cuore di tristezza. Paolo Villaggio è stato il più grande clown della sua generazione. Un bambino spietato, rivoluzionario e liberatorio. Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia e ci corregge, con lui tutte le persone anonime hanno trovato il loro Signore. E’ stato la persona più imprevedibile e pura che abbia mai conosciuto. Grazie caro Paolo, ti siamo debitori di una gioia immensa“; Ricky Tognazzi: “E’ stato il re della risata, un grande. Per il cinema italiano ha rappresentato un modello di rottura della canonica commedia all’italiana. Riusciva a raccontare le cose vere – ha continuato – in modo molto sardonico e sincero” e un commosso Renzo Arbore: “Avevo per lui un’ammirazione sconfinata. Era un inventore di comicità“.