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Omicidio Fortuna Loffredo, la lettera dei compagni di carcere di Raimondo Caputo

Si è tenuta nella mattinata di mercoledì la prima parte della requisitoria del processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo, avvenuto il 24 giugno del 2014. Affidata al pubblico ministero della Procura della Repubblica di Napoli Nord, Claudia Maone che ha seguito le indagini assieme al procuratore aggiunto Domenico Airoma, ha rivelato un altro importante colpo di scena.

Omicidio Fortuna Loffredo, la lettera dei compagni di carcere di Raimondo Caputo

Durante l’udienza- come riportato dal quotidiano Il Mattino– è stata letta una missiva di alcuni compagni di carcere di Raimondo Caputo, principale indagato per la morte di Fortuna Loffredo. A scrivere la dichiarazione sono stati i detenuti del padiglione Roma del carcere di Poggioreale, quello in cui sono reclusi gli uomini che hanno commesso abusi sessuali. Hanno voluto smentire quanto dichiarato da Mario Della Valle, ex compagno di cella di Titò, che durante la quinta sezione della Corte d’Assise, aveva detto che Caputo avrebbe ammesso l’omicidio della bambina davanti agli altri carcerati.

La lettera comincia con la premessa in cui i detenuti riconoscono Caputo e Della Valle come due depravati, ma attaccano quest’ultimo per essere stato un infame e per essersi inventato un sacco di falsità e dunque, a detta loro non sarebbe vero che Titò in carcere lasciò intendere di essere lui l’assassino di Fortuna.
La prima parte della requisitoria è stata molto dura, assente Marianna Fabozzi, ex compagna di Raimondo Caputo, da lui accusata nuovamente in una dichiarazione spontanea di essere l’omicida di Chicca e di suo figlio Antonio Giglio. A detta dell’imputato, lui sarebbe vittima di un complotto tra la famiglia Fabozzi-Angelino (cognome della madre di Marianna), madre e figlia come già aveva dichiarato Titò dovrebbero ricevere torture cinesi per quello che hanno fatto.

Durante il processo è stato mostrato anche un video della testimonianza della figlia di Marianna Fabozzi, di cui l’imputato ha abusato ripetutamente, che racconta il momento in cui il patrigno avrebbe lanciato Fortuna dalla terrazza nel vuoto. Caputo in quella parte ha mostrato un certo nervosismo, in quel momento la nonna di Chicca, presente in aula, si è scagliata contro l’uomo ed il giudice è stato costretto a farla allontanare. Il processo si arricchisce nuovamente di altri elementi, intanto il prossimo 30 giugno si terrà la seconda parte della requisitoria, in cui verrà formulata anche la richiesta della pena.