Voce di Napoli | Navigazione

Camorra a Pianura, raid punitivi in moto: ecco la strategia del clan per evitare nuovi “guai”

Ci sarebbe un’unica regia dietro il duplice ferimento a colpi d’arma da fuoco di due giovani di Pianura, quartiere nell’area occidentale di Napoli, avvenuto domenica scorsa. Salvatore Polverino e Massimiliano Costagliola, rispettivamente di 26 e 24 anni, sono stati entrambi puniti allo stesso modo, con una pallottola di piombo alla gamba, ed entrambi hanno dichiarato la stessa cosa ai carabinieri: “Volevano rapinarmi e hanno sparato“.

NESSUN RISCONTRO – Sui luoghi indicati della vittime, strada Comunale Marano-Pianura (all’altezza dell’incrocio con via Cannavino) per Polverino e via Comunale Napoli per Costagliola, i carabinieri della Compagnia di Bagnoli non hanno trovato nulla: né bossoli, né tracce ematiche. Le indagini sono in corso e non escludono un collegamento con la criminalità organizzata considerato il legame di parentela di Polverino. Costagiola, al momento, non risulterebbe invece vicino a nessuna cosca nonostante risieda in via Torricelli, zona considerata quartier generale del clan Pesce-Marfella.

Camorra, scacco ai clan di Pianura: 27 arresti (I NOMI). L'agguato mancato al ras [VIDEO]
dello_iacolo_raffaele

PARENTELA PESANTE –
  Il 26enne è il cognato di Raffaele Dello Iacolo, detto “Toc toc”, arrestato nel blitz di metà marzo della polizia che ha portato in carcere 27 persone ritenute dagli investigatori affiliate al clan Pesce-Marfella e ai rivali dei Mele-Romano. Dello Iacolo nella circostanza gestiva una piazza di spaccio in via Comunale Napoli ufficialmente per conto del clan Mele-Romano. In realtà, secondo quanto emerso nell’ordinanza dello scorso 14 marzo, “Toc toc” gestiva in proprio gli affari ma manteneva “buoni rapporti” con entrambi i clan probabilmente in cambio di una quota mensile.

Pianura, agguato fallito perché la pistola si inceppa

PROFILO BASSO – Il ferimento dei due giovani potrebbe portare la firma del clan Pesce-Marfella, sempre attivo sul territorio nonostante i recenti arresti rispetto ai rivali dei Mele-Romano, fortemente indeboliti. Da mesi infatti l’organizzazione criminale, nata da una costola del clan Lago, sta mantenendo un profilo basso per evitare le attenzioni delle forze dell’ordine e, nel frattempo, continuare a incassare grazie alle piazze di spaccio presenti sul territorio. Soldi preziosi in un momento difficile, dove le spese legali e per i detenuti affiliati sono aumentate a causa degli ultimi arresti. Spese che il clan è chiamato a sostenere anche per evitare lo spettro di nuovi pentimenti eccellenti. Una fase di riassestamento dunque che Polverino e Costagliola avrebbero ostacolato con qualche bravata che non gli è stata perdonata.

I RAID PUNITIVI – Negli ultimi mesi, infatti, per le strade quartiere di Pianura si vedono in giro moto di grossa cilindrata con in sella pregiudicati di spicco del clan Pesce-Marfella, supportati anche da qualche compariello legato alle famiglie del Rione Traiano. Una sorta di pattuglie del crimine organizzato impegnate a tenere sotto controllo il territorio evitando qualsiasi tipo di problema con le forze dell’ordine. Secondo alcune recenti informative sarebbero diversi gli uomini del clan attualmente attivi sul territorio. Tra questi Vitale Perfetto, 37 anni, scarcerato diversi anni fa e non coinvolto nell’ultima indagine della Dda napoletana guidata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, e Antonio Bellofiore, detto ‘Tonino 38’, fratello di Giovanni, arrestato nel blitz di marzo.