“Ucciso dalla selvaggia umana e dall’omertà degli amici” recita il manifesto funebre di Raffaele Iannaccone 42enne che lavorava nel pub Lander Suisse che si trovava in via Toledo a ridosso dei Quartieri Spagnoli. La scelta delle parole non è stata affatto casuale, il povero Iannaccone è stato picchiato a morte, circondato da tre persone che hanno iniziato a pestarlo con mazze da baseball e sgabelli di ferro. Si sono fermati solo quando Raffaele è rimasto a terra in un lago di sangue, immobile. L’unica cosa che gli era rimasta è il respiro, cessato dopo 6 mesi di coma in ospedale.
Era il 13 agosto del 2005 e oggi, dopo 12 anni, la Squadra mobile di Napoli ha arrestato i presunti colpevoli dell’omicidio, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli. Si tratta di Eduardo e Francesco Terracciano rispettivamente figlio e nipote del boss Salvatore ‘o Nirone capo dell’omonimo clan egemone in quella porzione di Quartieri Spagnoli denominata delle Chianche. Con loro è stato arrestato anche Salvatore Equabile pure lui nipote di ‘o Nirone.
Qual è stata la colpa del povero Iannaccone? Quale sgarro avrà mai potuto commettere per scatenare una reazione così violenta? Semplice, il 42enne aveva difeso alcuni clienti dalle offese e i fastidi di alcuni giovani. Non un movente camorristico o criminale, contro Iannaccone, si sono scatenate crudeltà ed orrore solo perché lui aveva “osato” richiamare quelle persone ad essere rispettose verso gli altri clienti. Ma agli uomini della camorra le “cazziate” non piacciono e quest’affronto doveva essere pagato con il sangue, con la vita. Così dopo qualche giorno, quella maledetta notte del 13 agosto 2005, i tre indagati si sono diretti al Lander Suisse, hanno costretto Iannaccone ad uscire fuori il pub per poi ucciderlo di botte.
Tuttavia, secondo la Procura, Iannaccone aveva dei rapporti con esponenti del clan Terracciano. Non solo ma il 42enne avrebbe contratto anche un grosso debito che non aveva saldato secondo i tempi stabiliti. E questa potrebbe essere un’altra ipotesi che è al vaglio dei giudici e della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia).
L’attività inquirente è stata complessa e difficile non essendoci a disposizione per gli investigatori gli elementi necessari per venire a capo della vicenda. Così con gli anni, avvalendosi di altre prove e delle testimonianze dei collaboratori di giustizia, si è forse riusciti a giungere ad una svolta. Due dei tre criminali arrestati sono già detenuti, mentre il clan Terracciano è stato sgominato dai vari arresti perpetrati dall’autorità giudiziaria e soprattutto dalla morte del boss Salvatore ‘o Nirone.
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