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Il dolore di Maurizio Aiello, le confessioni sul suo tumore

Maurizio Aiello si è raccontato in una lunga intervista per il settimanale Intimità. L’attore napoletano, famoso per essere il perfido Alberto Palladini di Un Posto al Sole, ha sempre cercato di tenere la sua vita privata lontano dai riflettori. Questa volta, però, ha parlato di un triste episodio della sua vita.

Il dolore di Maurizio Aiello, le confessioni sul suo tumore

Ha raccontato i momenti difficili vissuti quando nel 2010 ha scoperto di avere un tumore alla tiroide. Un episodio personale che non tutti conoscono, da cui Maurizio Aiello è uscito più forte:
Fu una doccia fredda in un momento felice. Poi, per fortuna si rivelò una cosa banale, ma la paura è stata grande“.

L’attore ha raccontato anche la sua gioventù, quando muoveva i primi passi nel mondo della moda e spesso non aveva i soldi per arrivare a fine mese:
Altri momenti difficili li ho vissuti quando ero giovanissimo e sono andato via di casa. Facevo il modello e spesso i soldi non bastavano. Dovevo arrangiarmi, anche perché ero troppo orgoglioso per chiedere aiuto a mio padre. Ma erano difficoltà che, vissute in quella fase della vita, erano anche belle: erano parte del percorso di un ragazzo che faceva di tutto per realizzare il suo sogno“.

Il bel Maurizio ha parlato anche del suo rapporto con la moglie, Ilaria Carloni, con cui ha una bellissima bambina di 5 anni, Ludovica:
Eravamo due “pischelli”: lei aveva 20 anni, io 30. Ci siamo incontrati fermi a un semaforo, ognuno in auto con i propri amici. Lei mi ha riconosciuto, perché seguiva Un posto al sole in tv. Quando abbiamo iniziato a frequentarci, stavo un po’ sulle mie, perché allora mi davo un po’ di arie. Lei ha certamente favorito il rapporto grazie alla sua estroversione. In pochi mesi eravamo fidanzati. Non ci siamo mai lasciati in 17 anni. La solarità, il fascino e la dialettica. Tutti la amano“.
Parole quelle dell’attore che colpiranno sicuramente i suoi fan, che, visto il personaggio che interpreta sul piccolo schermo, non sono abituati a vederlo in una versione più sensibile.