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Le accuse del boss mafioso Graviano: “Gigi D’Alessio è un infame”

Nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia il boss mafioso Giuseppe Graviano, da 24 anni al 41 bis, ex reggente del mandamento Brancaccio-Ciaculli, è diventato un perno fondamentale per alcune dichiarazioni rilasciate al camorrista Umberto Adinolfi, boss di San Marzano sul Sarno (Salerno), raccolte attraverso intercettazioni nel carcere di Ascoli Piceno durante l’ora d’aria.

In una delle sua chiacchierate Graviano ha raccontato qualcosa riguardante il cantante Gigi D’Alessio, quando il figlio del boss fece la prima comunione nel 2006 infatti chiese l’intervento del napoletano, inizialmente l’artista accettò, ma poi quando seppe chi era in realtà a richiedere la sua presenza rifiutò di cantare alla festa. La vicenda è stata riportata dalla Dia e depositata agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia. Il boss mafioso ha definito Gigi D’Alessio un “pezzo di infame” per aver rifiutato il suo invito, ma non quello di altri boss.

L’ufficio stampa dell’artista partenopeo ha risposto così alla vicenda: “Nel 2006 erano già dieci anni che Gigi D’Alessio non cantava più a cerimonie o a feste private: già dal ’97 riempiva stadi e palazzetti dello sport. Evidentemente qualcuno ha usato il suo nome impropriamente, forse anche a titolo di suo manager, ma comunque all’oscuro di Gigi D’Alessio“.