Ha appena otto anni la vittima più giovane della strage di innocenti andata in scena lunedì sera a Manchester durante il concerto di Ariana Grande, la pop star americana amatissima soprattutto dai teenager.
L’attentato, che ha provocato almeno 22 morti, 59 feriti e 12 dispersi, è stato rivendicato in giornata dall’Isis attraverso l’agenzia Amaq. “Uno dei nostri membri ha compiuto l’attacco” riferisce il Site, il sito americano punto di riferimento per la distribuzione di tutti i messaggi segreti e i video jihadisti. Un 23enne è stato arrestato a Chorlton in connessione con l’attacco terroristico e un raid di polizia è stato effettuato proprio in questa località, probabilmente presso l’abitazione dell’attentatore.
L’esplosione è avvenuta nella zona del foyer, non molto lontano dalla biglietteria, luogo dove le persone si intrattengono prima di entrare poi nella sala concerti (la Manchester Arena è la più grande d’Europa con circa 21mila posti). Erano circa le 22.30 locali, le 23.30 in Italia, e l’esibizione di Ariana Grande era da poco terminata. Un boato che ha scatenato il panico tra gli spettatori presenti, la maggior parte dei quali giovanissimi. Secondo quanto riferito da diversi testimoni, la bomba artigianale era imbottita di chiodi.
LA TESTIMONIANZA DELL’INFERMIERA
Una notte di grande lavoro negli ospedali di Manchester. I feriti sono principalmente adolescenti o bambini. “E’ stato un inferno, una notte lunghissima, sembrava non finisse mai” racconta a Voce di Napoli Carmen, una infermiera spagnola in servizio in uno degli ospedali della città inglese. Molto legata a Napoli per i suoi trascorsi Erasmus, Carmen, originaria del nord della Spagna, ci ha raccontato l’emergenza scattata subito dopo l’attentato alla Manchester Arena. “Si è lavorato tutta la notte senza soste. Nel mio ospedale abbiamo assistito solo feriti lievi per non far collassare gli ospedali centrali, che hanno dovuto curare i feriti più gravi”.
“Sono stata – continua – vicino alla Manchester Arena due ore prima dell’attentato. Ero andata lì per prendere il treno e venire a lavoro per il turno di notte. Sono ancora sotto choc per quello che è accaduto e per quello che ho visto in ospedale”.
Alla Manchester Arena c’erano anche Cristina Serra, la moglie di Pep Guardiola, e le figlie Valentina e María. È quanto rivela il quotidiano spagnolo «Mundo Deportivo» riguardo l’attentato avvenuto alle 22:30 di ieri a Manchester, subito dopo il concerto della popstar americana Ariana grande.
Le tre sarebbero uscite illese dal luogo del concerto, ma si troverebbero ancora in stato di shock, così come tutti i presenti alla Manchester Arena. Lo stesso Guardiola ha affidato ad un tweet il suo stato d’animo: “Scioccato. Non posso credere a quello che è successo ieri sera. Le mie più vive condoglianze alle famiglie e agli amici del vittime”.
Shocked. Can’t believe what happened last night. My deepest condolences to the families and friends of the victims.#Ilovemanchester
— PepTeam (@PepTeam) 23 maggio 2017