La Corte dei conti ha avviato un’indagine conoscitiva nei confronti di Metropolitana di Napoli, l’unione di aziende private che si sta occupando dei lavori di costruzione dell’imponente opera nella città partenopea. Nello specifico la magistratura contabile ha richiesto al comune di Napoli tutta la documentazione relativa ai 4,3 miliardi di euro di fondi pubblici stanziati per la Linea1 della metro. I magistrati vogliono sincerarsi di come sono stati spesi questi soldi e verificare se ci sia stata un’ipotesi di danno erariale, ossia sprechi o un uso illecito delle risorse pubbliche.
Per questo il Comune, su richiesta della procura, ha inviato gli elenchi dei progetti e degli incarichi di collaudo. I primi atti sono stati inviati già a marzo, ma come riportato da La Repubblica, da Roma è arrivata un’altra richiesta di documenti un paio di settimane fa. Oltre ai progetti, al centro dell’attenzione dei magistrati c’è l’elenco degli incarichi di collaudo affidati per le opere e la composizione aggiornata della società concessionaria.
Di Metropolitana di Napoli fanno parte aziende che sono dei colossi dell’economia italiana. Stiamo parlando di giganti del settore come: Astaldi, Vianini lavori, Costruire, Moccia Irme, Salini Impregilo e Pizzarotti. Nel dettaglio, la Corte dei conti ha voluto la “planimetria generale con le tre tratte di competenza del Comune“. Nel mirino della magistratura i progetti definitivi del 2008 della tratta “Dante-Garibaldi“, compresa la variante approvata. È stato richiesto “un quadro economico” particolareggiato relativo a lavori per “impianti, sottoservizi, consolidamenti, archeologia“. Quindi anche i soldi investiti per il recupero e la valorizzazione dei ritrovamenti greco-romani venuti alla luce nel corso degli scavi.
All’attenzione dei magistrati anche la tratta “Centro direzionale-Capodichino“, dove si trova sotto esame “il progetto preliminare del 2004 e il progetto definitivo del 2012 e 2014“. Ad oggi dei 4,3 miliardi di euro, ne sono stati spesi 3,5 miliardi per il per corso completato da Piscinola a Garibaldi, compreso l’acquisto dei primi treni. Ci sono altri 600 milioni approvati e finanziati per prolungare la linea da Garibaldi a Capodichino, con lavori ancora in corso. E il nodo più spinoso, sono i 220 milioni finanziati ma non ancora approvati per la cosiddetta “variante archeologia Dante-Garibaldi“, che comprende anche le stazioni di Duomo e Municipio: 150 milioni dei 220 richiesti servirebbero solo per l’archeologia.
L’obiettivo della Corte dei conti è quello di chiarire la “congruità economica dell’intera opera“, per comprendere se sono stati spesi più soldi di quanti necessari. Il banco di prova sarà la “verifica dei progetti“, con il confronto preciso tra lavori eseguiti e prezzi applicati. L’indagine è stata avviata alla vigilia della scelta da parte del Comune del nuovo amministratore di Anm, l’azienda di trasporto che gestisce proprio la Linea1. Infatti, sono è degli ultimi giorni la decisione dell’ex dirigente Alberto Ramaglia di non ricandidarsi alla guida della società.