Lo stavano aspettando a bordo di uno scooter di grossa cilindrata prima di freddarlo con dei colpi d’arma da fuoco. Così a Novembre del 2015 è morto il boss della Sanità Pietro Esposito detto Pierino ucciso nel cuore del suo quartiere. A gennaio dello stesso anno è stato ucciso il figlio 21enne Ciro ‘o Spagnuolo. Oggi Luigi Cutarelli e Ciro Perfetto, i due killer, sono stati condannati in primo grado all’ergastolo dal tribunale di Napoli.
Per lo stesso delitto il giudice ha dato 16 anni al boss pentito Carlo Lo Russo, 20 a Rosario De Stefano e 12 anni ad Antonella De Musis. Proprio il capo clan dei Capitoni è stato il mandante dell’omicidio così come da lui stesso raccontato agli inquirenti. Cutarelli, già detenuto, è stato arrestato anche per la stesa (ordinata sempre da Lo Russo) che ha accidentalmente ucciso il giovane Genny Cesarano.
“Pietro Esposito e Walter Mallo vennero a sparare sotto casa mia. Lui e il suo gruppo fecero una stesa sotto casa, urlando che io ero un drogato e che non potevo avere alcuna ambizione sui traffici di droga alla Sanità“, queste le dichiarazioni di Lo Russo che avrebbe sfruttato la manovalanza di Cutarelli anche per un altro omicidio, quello di Pasquale Izzi colpevole di aver confessato ai rivali dei Capitoni gli spostamenti del boss. Inutile sono state le scuse ufficiali del giovane killer inviate tramite corrispondenza al tribunale dove chiedeva scusa per i suoi omicidi e incolpava capo clan pentito. Il giudice ha accolto lo stesso la richiesta del Pm Enrica Parascandalo per la massima pena.
Invece De Stefano e De Musis sono accusati di aver partecipato al raid mortale, il primo (ex fidanzato della De Musis, nuova compagna del boss Lo Russo) avrebbe avvisato i killer dei movimenti di Pierino Esposito, la seconda avrebbe prestato un appartamento a Cutarelli e Perfetto come nascondiglio dopo aver commesso l’omicidio. Nel processo si è costituito parte civile il giovane cameriere Giovanni Catena rimasto ferito a causa dell’agguato.
La mappa della camorra: ecco chi comanda in città
L’episodio rientra all’interno della faida del rione Sanità, guerra di camorra che ha visto il clan Esposito scontrarsi con quello dei Vastarella, a loro volta appoggiati rispettivamente dal gruppo criminale di Walter Mallo e dai Lo Russo di Miano. Il quartiere storico di Napoli è una zona fondamentale per le attività illecite di questi sodalizi, in quanto rappresenta uno snodo verso il centro della città. Ecco il motivo per il quale i contrasti tra Mallo e i Capitoni ha coinvolto anche i gruppi criminali della Sanità. Come vendetta per il duplice omicidio di Ciro ‘o Spagnuolo prima e del boss Pierino Esposito dopo, l’omonimo clan è stato colpevole della famosa “Strage delle Fontanelle“, agguato in cui hanno perso la vita il capo del sodalizio dei Vastarella, Giuseppe, insieme a Salvatore Vigna.