Tutto come previsto Matteo Renzi ha vinto con un plebiscito di voti le primarie del Partito Democratico. Le consultazioni tanto contestate che hanno provocato una scissione all’interno dei Dem si sono trasformate in una vera e propria investitura per l’ex presidente del consiglio. Nulla di sorprendente, con Andrea Orlando che si è avvicinato al 20% e Michele Emiliano che ha superato di poco il 10%. Adesso la sfida è per le prossime politiche con in mezzo l’approvazione di una nuova legge elettorale.
Ne sono successe di cose all’interno del Pd dopo la clamorosa sconfitta all’ultimo referendum costituzionale. Completata la fuoriuscita di Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema (che hanno fondato il movimento Articolo 1 Democratico e Progressista), adesso il Partito Democratico a trazione renziana sosterrà il governo Gentiloni, preparandosi nel frattempo alle prossime elezioni. L’incognita è proprio questa: in base alla legge elettorale che il Parlamento dovrebbe approvare, quale scenario si prospetta per l’Italia in vista della decisiva sfida elettorale?
In un contesto proporzionale ogni partito correrà per se stesso ma sarà necessario trovare degli alleati perché sarà difficile che il Pd o il Movimento 5 Stelle riescano ad avere una maggioranza solida. Quindi a Renzi potrebbe toccare di governare insieme agli “scissionisti” e al Campo Progressista di Giuliano Pisapia, dati insieme dai sondaggi circa al 10%. La destra, vedrà correre le singole forze in modo autonomo e indipendente, in modo tale da giocarsi il proprio “peso” in Parlamento. Oppure Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni dovranno puntare all’unione di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia per ottenere una coalizione che da sola possa garantire governabilità (magari con il sostegno dei partiti di centro, Udc e Area Popolare).
Tutti i possibili sistemi elettorali
L’alternativa per Renzi potrebbe essere quella di istituire una grande coalizione con Berlusconi e Alfano, che manderebbe al governo Pd, Forza Italia e Area Popolare. Questo scenario è abbastanza concreto visto che difficilmente il leader dei Dem vorrà sedersi al tavolo contro i suoi ex nemici interni. Allo stesso modo Pierferdinando Casini e il Ministro degli Esteri hanno più volte dichiarato di non voler far parte della stessa fazione del segretario del Carroccio e della Meloni. Invece, se dovessimo votare con un sistema maggioritario o che dia un premio di maggioranza al partito più votato (o in una situazione di ballottaggio in cui la lista che vincerà avrà la maggioranza), il Partito Democratico potrebbe correre da solo sfidando i grillini e obbligando la destra a coalizzarsi per arrivare alla soglia del 30%.
Nel frattempo il neo Segretario eletto dalle primarie ostenta la sua soddisfazione per l’esito che la consultazione che ci è stata. Renzi, però, ancora non ha sviluppato alcuna ricetta per curare e rilanciare il Partito Democratico in Campania. “Esprimo soddisfazione per la consistente partecipazione che si è registrata in queste ore a Napoli e provincia per le Primarie del Partito Democratico. Dalle prime ore del mattino ho avuto modo di riscontrare personalmente l’entusiasmo di migliaia di cittadini che, in alcuni casi, hanno anche atteso qualche minuto in più prima di potere esprimere la propria preferenza per le lunghe file all’esterno di molti seggi. Si tratta sicuramente di una bella giornata di democrazia in cui la nostra macchina organizzativa sta dimostrando grande tenuta. Ringrazio gli elettori e tutti i volontari che con il loro lavoro stanno consentendo lo svolgimento di una vera e propria festa democratica“, ha dichiarato il Segretario provinciale del Pd di Napoli, Venanzio Carpentieri che ha però tralasciato un dato: da un punto di vista dei voti e dell’affluenza, rispetto al 2013, in Campania c’è stato un calo evidente.
Speriamo che i vertici dei Dem sia a Roma che in Campania abbiano preso sul serio questa dimostrazione di civiltà da parte dei cittadini e dei loro elettori. Nonostante non ci siano state denunce di irregolarità sul voto, non sono lontane le polemiche sui “brogli” relativi al tesseramento che è stato fatto all’interno del Pd prima delle primarie. Ci auguriamo che queste ultime siano intese come un ultimo treno che va necessariamente preso per strutturare il partito regionale inaugurandone una nuova stagione. Sono urgenti delle alternative politiche sia allo Sceriffo Vincenzo De Luca che al Demagogo Populista Luigi De Magistris.