C’è stata grande curiosità per il matrimonio di Alessia e Michele, che hanno coronato il loro sogno giovedì nel municipio ad Aversa. Un matrimonio a tutti gli effetti, il primo in Italia tra una donna transessuale ed un uomo. Una storia d’amore iniziata da ragazzini, lui era il migliore amico di lei e ora hanno deciso di trascorrere il resto della vita insieme.
La storia di Alessia è stata raccontata in questi giorni da moltissimi media, durante il matrimonio erano presenti giornalisti e telecamere, che hanno ripreso il momento del fatidico sì. Un momento emozionante per i protagonisti dell’evento e tutti i familiari, che erano lì con loro. Alessia sui documenti d’identità è una donna, nonostante non abbia completato il cambiamento di se**o. 29 anni, titolare di una scuola di danza, dopo il sì ha dichiarato di essere la donna più felice del mondo.
Non le hanno rovinato la giornata le scritte offensive, che riprendevano una battuta della serie TV “Gomorra” fuori dal Municipio.
“Non mi toccano, mi dispiace per i miei parenti, i miei fratelli. Queste persone sono represse, io invece sono felice di ciò che sono“, ha dichiarato dopo la funzione.
Alessia e Michele, dopo il matrimonio, vogliono adottare una bambina, è questo il loro più grande sogno. Lei ha spiegato che non vede perché non possa crescere una figlia, essendo una donna a tutti gli effetti:
“Io e Michele vogliamo adottare una bambina e faremo ogni cosa per ottenere questo diritto“.
Vivranno in una casa a Trentola Duecenta e sono pronti a costruire la loro famiglia, aldilà di qualsiasi pregiudizio. Sebbene Alessia e Michele abbiano più volte detto di essere stati accettati dalla loro comunità e questa è una cosa che li riempie di gioia.
Non sono tutti d’accordo alla loro scelta, il padre di Alessia, infatti, non vede la figlia da 11 anni, da quando ha cominciato il percorso di cambiamento. Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo ha espresso il suo disappunto alla volontà di adottare un figlio, in un’intervista al quotidiano Il Mattino ha detto:
“Non giudico, nessuno può giudicare. Dico che è discutibile ciò che è accaduto. Nel mondo d’oggi si preferisce aderire alla sensibilità del soggetto piuttosto che confrontarsi con la realtà, aprirsi a ciò che ci viene concesso. C’è tanto dispiacere, ritengo che, anche se in buona fede, in questa storia ci sia un po’ di confusione. Di ruoli e di tutto il resto. I bambini devono essere preservati perché indifesi e devono crescere in una famiglia composta naturalmente da un padre e da una madre“.