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Gennaro Migliore: “Poggioreale e Secondigliano possono diventare modelli nazionali”

Laureato in fisica, giornalista pubblicista, Gennaro Migliore dopo diversi incarichi parlamentari è stato nominato dal governo Renzi, e confermato dal governo Gentiloni, sottosegretario alla giustizia con delega alle carceri. La riforma del sistema giudiziario è il tema di cui Migliore ci ha parlato in esclusiva senza risparmiare una battuta sulle primarie del Partito Democratico e il futuro dei Dem in Campania.

Quali sono le priorità per una riforma strutturale della giustizia?
Intanto il governo ha messo già in atto un’ottima politica riformatrice sul tema giustizia. Basti pensare alle riforme del processo penale e del processo civile, ma anche a quella sull’ordinamento penitenziario. Tutto ciò senza tralasciare le norme introdotte contro la corruzione e il riciclaggio. Da un punto di vista del processo civile bisogna continuare sulla strada dell’innovazione per semplificare le procedure. Inoltre bisogna affermare il principio, già introdotto, della ‘degiurisdizionalizzazione’. Per quanto riguarda, invece, il sistema penale è necessario continuare ad agire su un percorso già tracciato: quello della scissione del processo, avviato con atti di garanzia, dalle indagini. Questo passaggio è fondamentale per evitare i corto circuiti a quali assistiamo quotidianamente tra il mondo della politica e quello mediatico e della giustizia. Black out che fa comodo a movimenti politici che amano marciarci su, come quello dei 5 Stelle.

Qual è lo stato delle carceri italiane, in particolare quelle di Poggioreale e Secondigliano?
Sulle carceri come affermato anche in precedenza abbiamo, come governo, messo in pratica un percorso legislativo e riformatore che va soprattutto in una direzione: quella che riguarda la soluzione del duplice problema del sovraffollamento e dell’autolesionismo in carcere. Nello specifico è importante che siano trovate le misure più idonee per individualizzare il trattamento, affinché il carcere diventi occasione di riscatto sociale e non una vendetta dello Stato. Su Poggioreale e Secondigliano sono emersi degli enormi aspetti positivi, soprattutto in merito alla qualità delle risorse umane. Il valore dei direttori e tutto il personale penitenziario è riconosciuto a livello nazionale. Prova del fatto che investire anche in questo senso dà ottimi risultati.

Perché sostiene Matteo Renzi alle primarie del Partito Democratico e su cosa bisogna puntare per il rilancio del Pd in Campania?
Ho scelto di sostenere il governo Renzi e di entrare nel Partito Democratico perché ho visto nell’ex premier la leadership giusta per poter governare e rilanciare il paese. Renzi ha profondamente trasformato il Pd, conferendogli una vocazione popolare, aperta, laica e di sinistra. Infine la caratteristica principale di Matteo Renzi come presidente del consiglio è quella di avere una forte impronta riformatrice. E la dimostrazione sta nelle cose fatte quando è stato capo del governo. Per quanto riguarda il Pd campano dico una sola parola: partecipazione. Il partito regionale va completamente riformato dando spazio a tutti coloro che si impegnano politicamente sul territorio.

In chiusura una battuta sulla città. Quale può essere il suo ruolo politico nel futuro di Napoli e della Campania?
Nonostante segua sempre con estremo interesse le vicende politiche legate a Napoli e alla mia regione, sono al momento impegnato in un ruolo istituzionale che voglio portare a termine con passione e umiltà.