Anna Ammirati, da Monella di Tinto Brass a regista e attrice teatrale

Sono lontani i tempi in cui Anna Mirati era sulla bicicletta con la gonna alzata in Monella di Tinto Brass. Sono passati 20 anni e l’attrice campana oggi si racconta in un ruolo completamente diverso, diverso da quello di pin-up, oggi è impegnata con il suo spettacolo teatrale Napsound, un mix di poesie napoletane, scenografie con il sottofondo di musica elettronica.

In una recente intervista la Mirati ha raccontato di come se la sia dovuta cavare da sola per andare avanti e che anche per questo spettacolo non è stato semplice riuscire a portarlo sul palco:
“Ho capito che sarebbero trascorsi anni, ho deciso di giocarmela in prima persona, compresa la parte economica: vendo pure lo spettacolo“.

Il suo esordio è stato sicuramente quello con Tinto Brass nel film Monella, un ruolo che avrebbe potuto condizionare il suo futuro, magari restando intrappolata nell’immagine di pin-up, ma Anna ha raccontato che non è andata così e che le cose sono andate diversamente:
“Un po’ la subivo, ero incastrata nel ruolo, nella bicicletta, nel culo. Non credo mi abbia danneggiata, dopo mi sono arrivate proposte completamente diverse:non sono una pin-up, una bonona, certo avrei potuto lavorare di più“.

Ha parlato della sua adolescenza, di un padre padrone e del fatto che forse girò Monella anche per avere un senso di liberazione, quando il padre vide il film, infatti, rimase davvero stupito per quello che aveva fatto. Secondo lei il merito del successo di Monella va chiaramente al regista, che riuscì a valorizzare anche le scene di nudo:
“E’ stato bravo Tinto a gratificarmi, per me non c’era nulla di male, stare nuda sul set non mi imbarazzava, stare nuda mi piace, è il momento in cui mi sento meglio, anche in spiaggia”.