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Quartieri Spagnoli, il consigliere municipale Salvatore Iodice: “La gente del quartiere ci ha attaccato ma la nostra iniziativa era per i loro figli”

Napoli è una città che ti sorprende una continuazione. Accade sempre qualcosa che ti spiazza e ribalta gli avvenimenti come una centrifuga. Così è successo per l’iniziativa del consigliere municipale Salvatore Iodice che ha provveduto, insieme ai collaboratori della sua bottega e associazione Riciclarte Miniera, a pulire uno spazio che si trova tra vico Canale, vicoletto della Tofa e vico lungo Montecalvario, nel cuore dei Quartieri Spagnoli.

Si tratta di un’area dismessa e abbandonata da più di 20 anni. Un palazzo crollato nel 1994 a causa del terremoto dell’80 e sulle cui macerie è nata negli anni una vera e propria discarica a cielo aperto. Un luogo di degrado e abbandono, dove Iodice avrebbe voluto realizzare un campetto di calcio per i ragazzi del quartiere.

Così, dopo che la notizia del progetto è stata divulgata dai principali quotidiani locali e nazionali, è accaduto l’impensabile: davanti a questo spazio è stato eretto un muro dai residenti, impedendo di fatto qualsiasi utilizzo dell’area. “È andata a finire molto male, abbiamo contro la gente del quartiere. Sono scesi in strada con i figli e ci hanno intimato di andare via, anche minacciandoci“, queste le gravi dichiarazioni di denuncia fatte da Iodice che continua “Non solo nessuno del quartiere ci ha sostenuto, ma poi hanno contrastato un’iniziativa che è in favore di questi ragazzi che vivono in condizioni sociali precarie“.

Quartieri Spagnoli, degrado e abbandono nello spazio lasciato da un palazzo crollato 30 anni fa

L’artista e consigliere della seconda municipalità è deluso ma non si vuole arrendere “Faremo la ‘guerra’ a queste persone, perché la legge, per quanto complicata, è dalla nostra parte. Forse qui si preferisce avere una discarica dove ci sono i topi e la ‘monnezza’ invece di utilizzare lo spazio per i giovani del quartiere“. Il percorso appare, però, tutto in salita: “Si sa a Napoli le cose fanno fatica a cambiare soprattutto se imposte. Le persone, la gente, sono abituate a vivere in un certo modo. Si fa come nella giungla, dove regna la legge del più forte e si marca il territorio. ‘Questa zona è mia e tu non ci puoi stare’, quando il livello di mentalità è questo, qualsiasi azione civile e politica è ancora più difficile“.

In merito Vocedinapoli.it ha contattato anche il presidente della seconda municipalità Francesco Chirico che ha dichiarato: “Ho apprezzato e sostenuto l’iniziativa autonoma di questo gruppo di cittadini che ha ripulito un’area abbandonata al degrado. Ma confermo la totale assenza di iniziative pubbliche per la rinascita di questo spazio. Le notizie lette in questi giorni sono, in questo senso, delle bufale. Il motivo è molto semplice: il terreno è proprietà privata quindi il comune non può fare nulla“. Il problema è che esiste un’iniziativa dell’amministrazione comunale datata 2009 per la costruzione di un nuovo edificio. Su questo il presidente Chirico ha affermato: “Evidentemente il comune poteva usufruire di una legge dedicata a stabili danneggiati dal terremoto ma sul perché non sia stato fatto nulla o su presunti altri progetti pubblici non so niente. L’unica strada che può percorrere l’amministrazione comunale è un esproprio ma si tratta di un percorso legale lungo e ad ostacoli“.

Sulla vicenda Iodice ha le idee chiare e lo dice senza peli sulla lingua: “Si, è una proprietà privata ed è vero che il comune non può fare nulla. Su quel vecchio progetto i risultati si vedono, infatti non è stato costruito niente. Per quanto riguarda l’esproprio da parte dell’amministrazione comunale credo che non si siano gli estremi legali per procedere. Mi fa strano sentire il presidente Chirico affermare che lui non è a conoscenza di certe cose, ci chiariremo sulla questione“.

Alla fine di tutto, tra ostacoli legali e burocratici, gravi conflitti sociali e l’empasse istituzionale, l’unico dato di fatto è che a più di 30 anni dal terremoto, questo spazio resterà ancora vittima del degrado e dell’abbandono. Anzi, una novità c’è. Non è vero che non è cambiato nulla. Davanti quest’area ci sarà un bel muro di circa 2 metri d’altezza.