Ancora morti. I dati sono davvero preoccupanti e sembrano essere in forte crescita. La Terra dei Fuochi comprende circa 55 comuni e miete, in tempi brevissimi, sempre più vittime. Ormai le uniche voci che si ascoltano, quelle più autentiche e insistenti, sono quelle delle persone colpite in maniera diretta e indiretta dagli effetti collaterali di questo scempio ambientale.
Marzia Caccioppoli, dell’associazione “Noi genitori di tutti“, nel 2012 ha perso suo figlio Antonio per una brutta malattia causata della terra contaminata. La donna ha dichiarato: “In quegli anni abitavo a Casalnuovo di Napoli, poi sono fuggita via. Non per paura ma per i ricordi. Ora mi batto perché venga istituita una terapia domiciliare, i bambini devono avere il diritto di potersi curare nelle proprie case, vicino alla loro famiglia“. Da quel triste giorno ad oggi è cambiato poco e niente: “I roghi tossici continuano- ha aggiunto Marzia- 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno. Nei Comuni al nord di Napoli si muore di puzza, devi pregare il signore che quella puzza non ti faccia anche ammalare“.
Non manca l’appello alle istituzioni, ignare o meglio, molto distanti dalle comunità e dalle associazioni locali, affinché si intervenga per risolvere questo disastro, che uccide ancora troppe persone, la cui unica “colpa” è quella di vivere in una terra avvelenata: “Devono esserci più vicine, devono garantirci supporto. Dobbiamo tenere sotto controllo lo stato di salute e il benessere dei nostri bambini, studiando insieme terapie e facendo esami del sangue. Il nostro obiettivo primario è quello di impedire che altri bambini si continuino ad ammalare. Qui, in Campania, muoiono moltissimi bambini“. Sì, perché basti pensare che in solo 20 giorni, la Terra dei Fuochi ha ucciso ben 8 bambini.
La denuncia di Marzia continua, questa volta, rivolgendosi direttamente contro le istituzioni. La donna pone l’attenzione sulla questione delle ecoballe e sul piano attivato dalla Regione Campania con il sostegno economico del Governo. La mamma su questa situazione ha dichiarato: “Onestamente, non so il governatore De Luca cosa stia facendo con questi fondi…solo un movimento di ecoballe, come lo chiama lui. Quello che chiedevamo in via eccezionale era un vero monitoraggio sui nostri bambini. Purtroppo le istituzioni ci hanno illuso senza studiare con i comitati qualcosa di risolutivo, mettendo a disposizione fondi straordinari per aiutare i bambini malati e le famiglie a fare dei test tossicologici“.
Esiste ancora qualcuno che si chiede se ci sia un reale nesso tra tutte queste morti e il vivere nella zona della Terra dei fuochi? A tale questione è intervenuto in maniera indiretta il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, il quale ha risposto: “L’invito alla Regione è ad attivarsi e recuperare il tempo perduto perché, onestamente, se non si approccia il problema in maniera scientificamente rigorosa non si possono trarre conclusioni. Per fare delle affermazioni bisogna studiare seriamente“. Insomma, sembra che la lotta sia ancora lunga, e che l’unica soluzione per risolvere questo grave problema, sia una stretta collaborazione tra cittadini e Stato.
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