Il sole brillava sul carcere di Secondigliano, potrebbe sembrare un ossimoro per un luogo in cui l’unico spazio visibile, in determinate ore della giornata, è proprio il cielo. Tuttavia ci sono numerose occasioni che permettono ai detenuti di poter vivere dei momenti che spezzano la routine quotidiana della prigionia. E ieri è accaduto proprio questo grazie all’iniziativa “Diamo un calcio all’indifferenza” organizzata dall’associazione La Mansarda di Samuele Ciambriello.
Il torneo di calcetto si è sviluppato con un triangolare dove hanno partecipato due squadre formate da detenuti ed una dai giornalisti. Così l’Ordine ha voluto manifestare il suo sostegno ad un progetto solidale che vede il carcere come occasione per il recupero e riscatto sociale dell’individuo. Infatti, come aveva dichiarato il presidente dell’ASD Giornalisti Campania Gianni Russo: “Fin dalla fondazione la nostra squadra è in prima linea in eventi di solidarietà e nelle manifestazioni sportive contro la camorra. Un team di amici e colleghi che, sotto il simbolo dell’Odg Campania, testimoniano l’attenzione della categoria verso temi ‘scomodi’. In questo caso riteniamo che bisogna rimuovere i pregiudizi e sostenere coloro che, dopo aver sbagliato, stanno intraprendendo un difficile percorso di riabilitazione e recupero“.
La prima partita tra i giornalisti e i detenuti è terminata 0-0 con la successiva vittoria di questi ultimi ai rigori. Nel secondo match disputato contro l’altra selezione di carcerati i giornalisti si sono riscattati con un netto 5-0. Ma il risultato sul campo in giornate del genere conta poco. La cosa più bella si è vista in un inedito terzo tempo calcistico organizzato all’interno del teatro della casa circondariale. In questo spazio detenuti, giornalisti, guardie penitenziarie e i volontari de La Mansarda, hanno avuto modo di partecipare ad un buffet, di chiacchierare e ridere insieme. Così riecheggiava nella stanza, ad un certo punto, un coro molto conosciuto dai tifosi del Napoli ma giustamente contestualizzato dai detenuti: “Di tempo ne è passato ma sono ancora qua, e aret sti cancelle aspetto à libertà“.