Tradizioni

ADL è l’unico ambizioso, ecco perché sto con lui

Nel post partita di Madrid alcune affermazioni di Aurelio De Laurentiis hanno scatenato un vero e proprio putiferio. Il presidente è stato accusato di aver dato la colpa della sconfitta a Maurizio Sarri e alle sue scelte. Tanti sostengono che il Napoli sia uscito a testa alta, e non sia criticabile l’operato di mister e dei giocatori. Tifoseria, squadra e giornalisti hanno così replicato ad ADL duramente.

A mio avviso, però, la lettura è diversa rispetto a quanto la maggioranza delle persone sta dicendo. Il presidente è l’unico che ha dimostrato, nel delicato dopo gara, di essere affamato di vittorie e successi. Ha esternato tutta la sua rabbia per una partita che seppur si era messa nel migliore dei modi dopo soli pochi minuti, ha visto poi il Napoli subire il ritorno delle merengues. I terzini si sono dimostrati poca cosa nei confronti dei madridisti, in particolare Hysaj che non era affatto a suo agio. Hamsik e Mertens sono spariti e non sono stati in grado di capitalizzare le buone occasioni che hanno avuto, Zielinski era in affanno. Koulibaly, da cui ci si aspettava una grande partita, è stato il peggiore e ha sicuramente più colpe di Albiol.

Il problema è che tutti hanno affrontato un ottavo di finale come se fosse la finale di Champions League. Dai tifosi con canti e balli in piazza a Madrid, fino ai giornalisti che hanno osannato la squadra di Sarri. Il calcio è un gioco e, nonostante le migliori individualità in campo, una migliore organizzazione di gioco può sopperire alle carenze tecniche, per cui il Napoli poteva fare molto di più.

Tanti hanno parlato di sconfitta a testa alta, di discorso qualificazione ancora aperto e chi più ne ha ne metta. Il problema è questo. L’avversario era il peggiore che potesse capitare, una squadra di fenomeni, ma il Napoli aveva le carte in regola per dire la sua. E “uscire” da vincitori dopo un 3-1 subito ci sembra francamente eccessivo. Il presidente ci sembra l’unico adeguato a questi livelli, l’unico non appagato di quanto successo al Bernabeu, l’unico con la cosiddetta “fame“, l’unico da “grande squadra“.

Piero De Cindio

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