Tradizioni

Il Napoli, nonostante le ingenuità, esce a testa alta dal Bernabeu. Al San Paolo sarà durissima

Delle differenze tra il Napoli e il Real Madrid, in merito a fatturato, assetto societario, strutture e qualità dell’organico si è parlato tanto in questi giorni. Probabilmente il paragone è stato anche superfluo visto che la squadra principale della capitale spagnola è uno dei club più forti, prestigiosi e titolati della storia del calcio. Poi, però, sono finalmente arrivati la partita e il verdetto del campo; quest’ultimo è stato amaro ma non crudele.

Il Napoli ha giocato in casa del Real Madrid (questo non dobbiamo dimenticarlo) “senza” Ghoulam, Koulibaly e Zielinski, con Callejon, Hamsik e Albiol a mezzo servizio, mentre Hysaj ha avuto contro Ronaldo, Benzema e Marcelo. Insomma, tolti Insigne e Diawara alla squadra è mancato il pieno apporto di alcuni giocatori (in particolare della difesa e di qualche “senatore”). Gli errori maggiori sono stati commessi in fase di palleggio e fraseggio che se fossero stati gestiti meglio, ci avrebbero dato più opportunità per le ripartenze e la gestione del gioco. Ma questa si chiama esperienza e molti dei ragazzi in campo non hanno ancora tale maturità. Un aspetto sicuramente positivo è stato il rientro al calcio giocato di Arek Milik: il bomber polacco, dopo mesi di stop, è guarito da un brutto infortunio subito durante una partita della sua nazionale.

Per il resto le differenze con il Real Madrid si sono viste, oltre che per la tecnica individuale, soprattutto sulla prestazione fisica e la capacità di aumentare o diminuire il ritmo di gioco. Sembrava quasi che i Blancos avessero fatto 3 gol senza fatica, dando l’impressione che se avessero voluto accelerare ne avrebbero potuti fare almeno 5 (nonostante anche loro abbiano sbagliato parecchi passaggi in fase di impostazione del gioco). Poi mi chiedo: quand’è che Casemiro farà di nuovo un gol del genere, se a fine partita la maglietta di Ronaldo fosse sudata e se Marcelo sia un terzino o un attaccante aggiunto. Tuttavia se Mertens fosse riuscito a segnare il gol del 3-2 la partita avrebbe assunto una valenza del tutto diversa, soprattutto in vista del ritorno al San Paolo.

Per quanto mi riguarda il Napoli ha giocato con personalità i primi 15 minuti del primo tempo e una manciata della ripresa prima del 3-1 di Kroos. Ci mancano “giusto 70 minuti di gioco” in cui gli azzurri hanno subito la superiorità del Real; magari un giorno riusciremo a colmare questo gap. Per adesso siamo quasi con tutti e due i piedi fuori dalla Champions League ma la palla è rotonda e tutto è possibile, anche quando ci si trova di fronte ad una montagna altissima da scalare. Al San Paolo, in fondo, il miracolo può accadere.

Infine due piccole note che rivolgiamo al presidente Aurelio De Laurentiis che con le sue dichiarazioni, a mio giudizio, non ha fatto il bene del Napoli; la prima: Il patron azzurro ha approfittato della visibilità consentita da questo grande match per riproporre il solito discorso che riguarda la costruzione di un nuovo stadio che sarà come un “teatro” da 20mila posti, aggiungendo che 5mila saranno garantiti ai meno abbienti (mossa fatta per pacificare gli ultras o per dare le “brioches” al popolo affamato come faceva la monarchia francese?). Adesso, io non so quanta credibilità possa avere il nostro presidente sul discorso relativo alle strutture. Quello che mi lascia perplesso è questo: ma Adl si è reso conto di essere seduto in tribuna al Santiago Bernabeu? Uno degli impianti più belli e funzionali d’Europa che ha una capienza di circa 80mila posti che sono spesso e volentieri occupati?

La seconda: a fine partita, come spesso è accaduto in questi anni della sua gestione, De Laurentiis ha criticato l’operato del suo allenatore e della squadra. Ora che Sarri (che  ha risposto in modo impeccabile) da suo dipendente possa aver commesso degli errori nessuno lo mette in dubbio, ma lo stile, l’eleganza e l’educazione, sono qualità che il patron azzurro, almeno da un punto di vista mediatico, dimostra ancora di non possedere. Quando, invece, questi sono valori che servirebbero al Napoli per essere definitivamente parte dell’Olimpo del calcio e meta ambita dai migliori giocatori, tecnici e dirigenti.

redazione

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