Secondigliano

La crisi del Partito Democratico e l’ascesa di Dema

Non tutte le mosse del Pd sono lo specchio di una continua e logorante divisione tra le diverse correnti che costituiscono il partito del Nazareno. In Campania, ad esempio, vi è lo stesso caos che regna a Roma. Anzi la regione governata da Vincenzo De Luca, non solo esprime un’estrema coerenza tra lo stato del Pd campano e quello nazionale, ma addirittura riesce ad essere avanguardia rispetto a quello che accade nelle sedi del Nazareno e di Palazzo Chigi.

Il Partito Democratico in Campania è in forte agonia da quando ci sono state le primarie per la scelta del candidato sindaco per Napoli. La “guerra” tra Antonio Bassolino e Valeria Valente ha mostrato un malessere presente all’interno del partito, derivato da una grande distanza che esiste tra la segreteria nazionale e quella regionale. Poi è arrivata la sconfitta di Vincenzo De Luca che ha promosso la vittoria del “Si” allo scorso referendum costituzionale. La vittoria del “No”, non ha solo indebolito Matteo Renzi, ma anche il governatore successivamente indagato per voto di scambio (alla faccia delle fritture di pesce). Infine, giusto per non farsi mancare nulla, ecco scoppiare il caso “Listopoli” che coinvolge Valeria Valente. In una lista che l’ha sostenuta, “Napoli Vale“, ci sono diversi falsi candidati.

Ad approfittare di questo caos politico ci pensa Luigi De Magistris. Il sindaco di Napoli ha ufficialmente lanciato il suo movimento Dema per i prossimi appuntamenti elettorali sul territorio campano. Con un solo obiettivo, sfidare De Luca se l’attuale presidente della Campania dovesse ricandidarsi alle prossime regionali. Dema è cresciuto e da movimento è di fatto diventato un partito.

LA SANITÀ LA SPINA NEL FIANCO DI DE LUCA E LA CONFUSIONE DEL PARTITO – Se la sconfitta referendaria e gli ultimi casi di malasanità hanno colpito il presidente della Campania De Luca, la situazione generale del partito democratico regionale è tutt’altro che rose e fiori. Al di la dello scontro istituzionale tra il governatore e il ministro Beatrice Lorenzin e della nascita di Campania Libera, movimento che renderebbe più autonomo De Luca rispetto al Pd, all’interno di quest’ultimo ci sono delle divisioni profonde. Il segretario provinciale Venanzio Carpentieri è distratto dalle vicende che coinvolgono il comune di Melito di cui è sindaco. Questo non gli consente di tenere coese le diverse correnti del partito. Le opposizioni ne vogliono le dimissioni e per questo ci sarà presto un congresso che stabilirà il futuro dei Dem in Campania.

Insomma è la perfetta fotografia della situazione nazionale. Matteo Renzi è all’angolo dopo la vittoria del “No”. Il segretario ha messo “al sicuro” l’esecutivo con il passaggio del ruolo di premer da lui a Paolo Gentiloni ma il clima dentro il Partito Democratico è tempestoso. D’Alema, Emiliano e la minoranza vogliono le dimissioni dell’ex primo ministro e urlano a gran voce la convocazione del congresso. Durante la massima assemblea del Pd dovranno essere nominate le nuove cariche del partito, magari legittimate dalle primarie. In seguito, anche alla naturale scadenza della legislatura e con una legge elettorale votata in parlamento, si potrà andare a elezioni. Renzi è indeciso, si trova sott’attacco e da una parte deve badare ai movimenti “scissionisti” e dall’altra deve continuare a garantire la sua permanenza come segretario e come futuro candidato premier. Prima, l’ex sindaco di Firenze, aveva lanciato l’idea del Mattarellum con elezioni nel 2018, solo dopo il congresso del Pd. Ma poi ha cambiato idea spingendo per una modifica dell’attuale legge elettorale e avanzando la possibilità di andare subito al voto. Questo gli permetterebbe si inserire degli “uomini fidati” come capilista bloccati, creando così una folta compagine renziana, democraticamente eletta, e che non dovrà più stare al ricatto della minoranza Dem.

Vincenzo De Luca si “allontana” dal governo e “molla” Renzi

IL CASO “LISTOPOLI” – L’ultima vicenda che è esplosa negli ultimi giorni è quella di Listopoli. È emerso che nella lista “Napoli Vale” d’appoggio a Valeria Valente, vi sono molti falsi candidati. Così, mentre è scattata l’indagine, da parte degli interessati sono stati espressi i soliti slogan: “Non ne so nulla, ho fiducia nella magistratura” e “È una vergogna ma non è colpa mia, io sono parte lesa“. A cogliere la palla al balzo, ci ha pensato Antonio Bassolino che a partire da Listopoli (nonostante non ci siano irregolarità dirette per la lista del Partito Democratico) di ha dichiarato lo stato “comatoso” del suo partito che “Dopo la brutta figura delle comunali e la botta del referendum, subisce un duro colpo da quest’ultimo caso“.

Dunque le divisioni del Pd continuano anche sugli strascichi della bruciante sconfitta avvenuta alle ultime elezioni vinte da De Magistris. Bassolino continua ad essere critico nei confronti della strategia politica nazionale facendo emergere quanto sia assente quella regionale.

Le liste che inguaiano la Valente e il Pd

“Dema”, parte la sfida di De Magistris al Pd: appuntamento alle prossime regionali – In questo marasma che provoca un evidente vuoto politico a muoversi bene per occupare questo spazio, troviamo il sindaco De Magistris. Il leader di Dema è incontrastato sulla scena politica napoletana e non avendo avversari, ha deciso di lanciare ufficialmente il suo movimento – partito verso le prossime competizioni elettorali locali. Si comincerà dalle province, poi dai comuni e infine, nel 2020, la regione Campania.

De Magistris dopo la riconferma da sindaco ha cambiato i toni, abbandonando quelli da campagna elettorale e assumendo una parvenza più istituzionale. Si tiene smarcato dalla “vecchia politica” e dai suoi rappresentanti, ma allo stesso tempo non fa più l’errore dei 5 Stelle che continuano a cavalcare l’antipolitica e il motto “alleanze con nessuno, noi corriamo da soli”. Al contrario Dema ha iniziato a interloquire con gli altri attori istituzionali, a partire da Patto per Napoli fino al caso Bagnoli, infatti, in città ci sarà l’incontro con il ministro De Vincenti. Se il Pd non sarà in grado di immedesimarsi nel ruolo di De Magistris e sul come sia riuscito pian piano a costruire il suo consenso che si fa sempre più trasversale, vivremo una lunga stagione arancione. E nessuno sa quanto possa essere migliore da quella Dem.

Ecco “Dema”, il partito del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris

redazione

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