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I Bastardi di Pizzofalcone, quinta puntata: la chiesa di Sant’Eligio Maggiore

In molti hanno assistito alla scorsa puntata de I Bastardi di Pizzofalcone e si sono chiesti dove fosse stata girata. La bellissima chiesa, set del quinto episodio della fortunata fiction, è infatti una delle strutture gotiche più antiche di Napoli, ma è nascosta nei vicoli tra il corso Umberto ed il porto.

La chiesa di Sant’Eligio Maggiore fu costruita nel 1270 in onore dei santi Eligio, Dionisio e Martino, introduce al Borgo degli Orefici ed è situata nell’attuale piazza Mercato. Fu voluta da tre potenti della corte di Carlo I d’Angiò e poco dopo fu affiancata da un ospedale. Nel XVI secolo, sotto la dominazione spagnola, Don Pedro de Toledo rese il complesso religioso un educandato femminile dove le ragazze apprendevano l’arte infermieristica. Durante la Seconda Guerra Mondiale la chiesa di Sant’Eligio fu colpita da una bomba che la danneggiò gravemente, ma nel tempo sono stati operati molti rifacimenti in particolare il soffitto ebbe due importanti restauri.

L’interno della chiesa è in tufo, presenta tre navate e diverse cappelle laterali. Vi sono diverse opere importanti: un dipinto di Massimo Stanzione, uno del fiammingo Cornelius Smet e uno ancora di Francesco Solimena.

All’esterno dell’edificio il complesso è collegato ad una struttura mediante un arco a due piani. Al secondo piano c’è una finestra, al primo un curioso orologio. Su una delle due facce dell’arco l’antichissimo orologio è caratterizzato dall’avere una sola lancetta, sull’altro lato dell’arco, invece, è nella cornice di un più tradizionale orologio a due lancette che si celano oscure storie, questo infatti è decorato con due teste di marmo: una maschile e una femminile e proprio a queste è collegata una storia macabra. Secondo una leggenda le due teste scolpite appartengono ad Antonello Caracciolo e ad una giovane vassalla. Il duca si innamorò della giovane ma non potendola avere decise di rapire il padre come ostaggio. La regina Isabella in persona, venendo a sapere dell’accaduto, decise di far catturare Caracciolo, fargli sposare la donna per fornirle una dote e subito dopo farlo decapitare nel Campo Moricino (come si chiamava anticamente Piazza Mercato).

All’interno del complesso ci sono due chiostri  costruiti con pilastri di piperno, uno dei quali ornato da una fontana seicentesca.