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Napoli, in manette il re dei gioiellieri: favorì la latitanza del boss

Operazione nella Napoli bene, dove questa mattina un noto gioielliere con attività commerciali tra Chiaia e il Vomero è finito in manette.

IL RE DEI GIOIELLIERI – Gli uomini della Dia (Direzione investigativa Antimafia) hanno esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della D.D.A., nei confronti di  Luigi Scognamiglio, gioielliere e titolare del noto marchio di orologi “Calabritto 28”, con negozi nella centrale zona Chiaia e Vomero, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento personale con l’aggravante del metodo mafioso
In particolare all’indagato è contestato di avere favorito la latitanza di Antonio Lo Russo, esponente di vertice dell’omonimo clan con roccaforte a Miano (oggi collaboratore di giustizia), a sottrarsi alle ricerche e a eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria, fornendo al boss assistenza logistica e materiale.

Lo Russo a bordo campo durante una partita del Napoli

OSPITATO DURANTE LA LATITANZA – In particolare l’imprenditore, durante il primo periodo della latitanza di Antonio Lo Russo, e sino al suo trasferimento all’estero in Costa Azzurra in Francia, ha messo a disposizione di quest’ultimo un’abitazione nel quartiere di Chiaia, fornendogli vitto e occupandosi di ogni sua esigenza personale tra cui la convocazione e l’accompagnamento di affiliati e della moglie, oltre ad ospitarlo per un periodo anche nella sua abitazione.

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Le indagini – consistite nell’analisi delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e supportate dalla relativa attività di riscontro – hanno consentito, in particolare, di ricostruire il “vuoto” relativo al periodo temporale che va dal maggio 2010 – quando Antonio Lo Russo, colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere (numero 241/10) per i reati di associazione mafiosa e spaccio di stupefacenti, riusciva a sfuggire alla cattura – all’estate del 2010, epoca in cui si trasferiva all’estero all’estero proseguendo la latitanza fino al 15 aprile 2014, data dell’arresto avvenuto a Nizza.

L’arresto di Antonio Lo Russo

LATITANZA VICINO AL CINEMA METROPOLITAN – A far luce su tale periodo di “vuoto” è stato in primis lo stesso Antonio Lo Russo, che, dopo la scelta di collaborare, ha fornito indicazioni sulle persone che hanno favorito la sua latitanza, tra i quali, oltre ad alcuni suoi uomini fedelissimi già arrestati, Luigi Scongamiglio, detto “Gigino Elite”, suo vecchio amico essendo originario della zona di Miano, il quale gli aveva messo a disposizione un’abitazione nel quartiere Chiaia, precisamente nei pressi del cinema Metropolitan, zona vicina ad uno dei suoi negozi ubicati nella centralissima via Calabritto.

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L’AMICO ‘PULITO’ – Le dichiarazioni rese da Antonio Lo Russo sono state confermate dalla moglie, Anna Gargano, sottoposta agli arresti domiciliari per il reato di estorsione in relazione alla vicenda della “imposizione del pane”. Quest’ultima ha dichiarato tra l’altro di avere più volte incontrato il marito presso l’abitazione messa a disposizione da ‘Gigino Elite’ che descriveva come “uno degli amici puliti di Tonino”.

IL COMPARE SCISSIONISTA – E in effetti il gioielliere, incensurato, originario della zona di Miano aveva nel corso degli anni spostato la sua residenza nella zona di Posillipo e la sua attività commerciale nelle zone Chiaia e Vomero.
Anche altri collaboratori di giustizia dell’area criminale Amato-Pagano, gruppo al quale Antonio Lo Russo era legato non solo da affari relativi agli stupefacenti ma anche perché Cesare Pagano era stato suo compare di nozze, hanno indicato Scognamiglio quale soggetto che ha favorito la latitanza di Lo Russo.

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